La giornata del Seminario del 15 agosto

Seminario senza ragazzi, ma non vuoto

Lettera del rettore del Seminario Gregoriano

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Cari confratelli e amici del Seminario,

mons. Ottorino Pierobon, rettore del Seminario Gregoriano di Belluno, nel 1970, alla fine del volume Quattrocento anni di vita del Seminario di Belluno (1568-1968), scriveva: «Le scienze statistiche e demografiche, applicando le loro leggi sui dati raccolti, potrebbero fornirci fondate previsioni sulla natura e sul numero delle vocazioni e delle ordinazioni sacerdotali nei prossimi anni, previsioni non certo esatte né profeticamente infallibili. Però, attesa la vertiginosa parabola discendente di questi ultimi anni nel campo delle vocazioni, dette previsioni non potrebbero essere certo ottimistiche. Noi tuttavia, pur riconoscendo il valore delle proiezioni statistiche, sappiamo che nel gioco delle vocazioni al sacerdozio entra un elemento che sfugge ad ogni indagine scientifica e che spesso agisce nelle forme più impensate: lo Spirito Santo. È per questo che noi non cediamo al pessimismo, ma apriamo il cuore alla speranza di una ripresa vocazionale che, naturalmente, non potrà essere miracolistica, cioè senza un forte impegno della diocesi, delle comunità parrocchiali e dei singoli cristiani».

Statistiche e preghiera

Possiamo sottoscrivere tutti questa riflessione di don Ottorino, sia per quanto riguarda la situazione delle vocazioni che ricalca, verosimilmente, le previsioni statistiche; sia soprattutto per quanto riguarda l’impegno che viene chiesto a tutti e a ciascuno per le vocazioni sacerdotali, soprattutto attraverso la preghiera, nella certezza che il Signore non lascerà mancare pastori alla sua Chiesa. Non dimentichiamo che Gesù di fronte alle folle stanche e sfinite come pecore senza pastore, non si preoccupa tanto di radunarle, di sfamarle o semplicemente di incoraggiarle, ma, come reazione d’amore (si commuove), posa lo sguardo su alcuni uomini per farne un dono a favore degli altri, invitandoli a pregare il Padrone della messe, perché mandi operai alla sua messe (cf Mt 9,36-37). Avvertiamo tutti, davvero, l’assoluta necessità di una preghiera corale che alimenti la fede del popolo di Dio e una visione cristiana della vita, terreno adatto alla seminagione del Signore: perché in tutta la Diocesi, le sante Messe del primo giovedì del mese non potrebbero essere celebrate proprio con questa intenzione? Molte parrocchie lo fanno, ma se lo facessero tutte ci sarebbe davvero quella “preghiera corale” che sentiamo essere la pronta risposta da dare al Signore Gesù che chiede ai “suoi” di pregare il Padrone della messe.

Intanto, però, la situazione attuale è sotto gli occhi di tutti e in questa cornice si inserisce, nella solennità dell’Assunta, la “Giornata per il Seminario”: è stato il luogo di formazione e dì crescita per tanti giovani che sono poi diventati sacerdoti, pastori del nostro popolo. Non sfugge a nessuno quanto essi siano diminuiti e quanto, questo, richieda inevitabilmente il coraggio di cambiare la fisionomia di una Chiesa, che è sempre chiamata ad annunciare Cristo, ma che dovrà probabilmente cambiare modalità di presenza e di annuncio, senza dimenticare che il ruolo di protagonista non è quello dei terreno (noi, la Chiesa), ma è sempre quello del Seminatore: Gesù stesso. A noi il compito di accogliere la Parola e permettere alla sua fecondità che è fuori discussione, di giungere a maturazione e portare frutto.

Seminario senza ragazzi ma non vuoto

È ormai noto che da qualche anno il nostro Seminario non accoglie più ragazzi e giovani in preparazione al sacerdozio, che sono in Comunità con altri giovani a Trento. Tuttavia, questa Istituzione non cessa di essere punto di riferimento nella vita della Diocesi. Se in passato dal Seminario sono usciti tanti sacerdoti che hanno onorato splendidamente la nostra Chiesa, ora il nostro Seminario dimostra la sua vitalità formativa attraverso alcune realtà che attendono il sostegno generoso di tutto il Popolo di Dio: il “Liceo Lollino” che, attraverso le discipline scolastiche, forma gli studenti a una visione cristiana della vita; l’Istituto Superiore di Scienze Religiose che dà ai nostri laici una preparazione teologica non solo preparandoli all’insegnamento, ma fortificandoli personalmente nella fede. E quanto ci sia bisogno oggi di cristiani che sappiano rendere ragione della speranza e della fede che è in loro (cf 1Pt 3,14), è sotto gli occhi di tutti. Trova spazio, poi, in Seminario anche la Scuola di formazione teologica: la possibilità di un cammino spirituale alla portata di tutti coloro che sentono di non potersi fermare a nozioni apprese al catechismo, ma desiderano approfondire aspetti teologici, biblici e morali della propria fede. In Seminario infine si incontrano regolarmente, con l’aiuto di sacerdoti, persone singole o gruppi di giovani e di adulti desiderosi di trovare chi li affianchi nel loro cammino cristiano.

Non posso infine non porre l’attenzione sui tesori culturali e d’arte esistenti in Seminario. Le due biblioteche: la Gregoriana con le sue decine di migliaia di volumi e la Lollíniana con il centinaio di Codici manoscritti, 84 incunaboli e 1910 opere a stampa. E poi la chiesa di San Pietro e i due chiostri: luoghi molto frequentati dai gruppi in visita alla Città.

Il Seminario, in futuro, potrà anche diventare luogo di ospitalità per sacerdoti che, lasciato il servizio diretto in pastorale, volessero continuare ad essere utili in altri ambiti della vita pastorale, risiedendo, al tempo stesso, in un luogo dove poter vivere in Comunità, godere di servizi comuni e sentirsi ancora utili alla Chiesa, tornando, per così dire, nel grembo di quella Istituzione che li ha formati al ministero presbiterale.

Seminario, cuore pulsante e grato

Credo davvero di poter dire che non sia in dubbio la centralità del Seminario per la Chiesa diocesana e anche per la società bellunese: se non verrà a mancare la nostra attenzione concreta per questa Istituzione, la sua presenza continuerà ad essere un punto di riferimento, così come lo è stata nei secoli e negli anni passati, pur ponendosi in un modo nuovo anche se altrettanto importante e significativo.

Un grazie a tutto tondo, allora, ai parroci, alle Comunità parrocchiali e a quanti vorranno dare in questa occasione il loro aiuto al Seminario affinché continui ad essere, come si diceva un tempo e come possiamo ripetere oggi in tutta verità, “il cuore della Diocesi”: un cuore pulsante per il bene della Chiesa e del nostro territorio.

don Giorgio Lise, rettore