A cura di don Ezio Del Favero

19 – La danza nella foresta

«Ti piace danzare?» - «Sicuro! Potrei danzare tutto il giorno!»

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In una baita in montagna, una ragazzina viveva con sua madre, sopravvivendo con la povera agricoltura del luogo, i frutti del bosco e quanto fornivano loro due capre, che ogni mattina la ragazzina portava in una radura all’interno della foresta per farle pascolare. La giovane si portava da casa solo un pezzo di pane per il pranzo e, mentre le capre pascolavano, filava il lino per non perder tempo a sognare. La vita in montagna era molto difficile, ma la piccola era felice e spesso cantava e danzava lungo la strada. Cantava tutto il giorno mentre lavorava e la sera portava alla madre un fuso gonfio di filo di lino.

Un giorno, mentre la ragazzina filava e cantava, una donna bellissima uscì dalla foresta e le chiese: «Ti piace danzare?» «Sicuro! Potrei danzare tutto il giorno!» rispose la ragazza. La signora allora le propose: «Vieni con me e ti insegnerò a danzare con maestria!» Lungo il cammino, gli uccelli della foresta cantavano accordandosi al suono del vento che soffiava tra i rami. La dama e la ragazza danzarono senza sosta al ritmo di quei canti. Ma quando il sole tramontò e giunse l’ora di tornare a casa, la piccola si rese conto che il suo fuso era solo mezzo pieno. Nella baita, la madre le chiese: «Sei malata? Stai poco bene?» «Mamma, non preoccuparti! Ti prometto che domani riuscirò a completare il fuso!»

Il giorno dopo la piccola, lungo la strada, né danzò né cantò, ripromettendosi: «Oggi non c’è verso che accompagni quella signora bella e divertente!» Filò tutta la mattina, ma quando il sole, al suo apice, sfrecciò su di lei i suoi raggi, la bellissima signora apparve per invitarla di nuovo a danzare. «Non posso – rispose la ragazza – ho un sacco di lavoro!» «Non preoccuparti, vieni con me!». Le due danzarono senza sosta, fino a sera.

Al crepuscolo la ragazzina scoppiò in lacrime vedendo che il suo fuso non era pieno, proprio come il giorno prima. Allora la signora sussurrò qualche parola e in un batter d’occhio il fuso fu gonfio di lino, come se la piccola vi avesse lavorato tutto il giorno. La donna misteriosa raccomandò alla ragazza, tendendole il fuso: «Mi raccomando: continua a tessere e fai il bene, ma non ingiuriare mai! Fai il bene sempre e non ingiuriare mai!»

Il giorno dopo la ragazzina cantò e danzò di nuovo mentre camminava con le sue due capre verso la radura. A mezzogiorno arrivò la signora mentre gli uccelli cantavano, accordandosi al suono del vento che soffiava tra i rami della foresta. Le due danzarono a lungo. Al crepuscolo, la ragazza ricevette in dono un cofanetto di legno. La bella signora le raccomandò: «Non guardare che cosa c’è dentro, finché non sarai a casa!»

Naturalmente, sulla strada, non resistendo alla curiosità, la piccola aprì il cofanetto e lo trovò pieno di ghiande di quercia. Indispettita e delusa, ne prese una manciata e la gettò sul prato. Sua madre la stava aspettando sulla soglia: «Dimmi sinceramente: dove hai trovato il fuso di ieri? Ho tessuto tutta la mattina ma tiravo il filo e il gomitolo non si disfaceva! Ho finito per ingiuriare e immediatamente il fuso è scomparso. Sicuramente, sotto vi è qualche stregoneria!». La ragazza fu quindi costretta a confessare tutto alla madre: le danze, la donna meravigliosa, il cofanetto…

La madre precisò: «Tu hai incontrato la fata della foresta. A volte lei viene a danzare con le ragazze giovani. Se incontra un giovane, invece, lo trascina nelle profondità della boscaglia e non lo si rivedrà mai più». La piccola diede alla madre il cofanetto. Quando lo aprì, vi scoprì delle ghiande tutte d’oro. «Meno male che non hai buttato via tutto!» commentò la madre. Il giorno dopo, madre e figlia andarono insieme nel luogo in cui la ragazzina aveva gettato le ghiande. Vi trovarono tre nuove splendide querce cresciute lì durante la notte. Quelle querce secolari si possono vedere ancora oggi in quel luogo.

La ragazza non incontrò mai più la fata della foresta. Sua madre, grazie alle ghiande d’oro, acquistò una nuova baita in un territorio più fertile e la giovane continuò a danzare e a cantare tutti i giorni, piena di vita e di felicità.

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La parabola, raccolta in Russia, insegna a vivere serenamente, nonostante le difficoltà e gli stenti. Un giorno, forse, troveremo delle opportunità che ci faranno “danzare” con ancora più gioia.

Nachman Braslaw (rabbino ucraino): «Ogni giorno si deve danzare, anche se solo nel pensiero».