A cura di don Ezio Del Favero

49 – L’eremita sul monte e la piuma

...gli porse un’antica piuma d’oca. «Secondo te, quanto pesa questa piuma?», gli chiese.

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Un ragazzo abitava in una regione ricca di monti, conosciuta come “terra dei quattro fiumi e delle sei catene montuose”.

Nelle valli di quella regione era predominante la scuola monastica dei Nyingmapa (il più antico dei quattro principali lignaggi del Buddhismo Tibetano), con importanti monasteri.

Il territorio contava pochi residenti, sparsi in poveri villaggi di montagna. In inverno le giornate erano brevi, faceva buio presto e i tenebrosi pensieri degli abitanti si svegliavano al crepuscolo.

«Non ne posso più!», gemeva un ragazzo ogni sera, i cui inseparabili compagni di vita da tempo si chiamavano tristezza, rancore, rabbia e indignazione. 

Consigliato dai suoi genitori, che desideravano la sua serenità, il giovinetto s’incamminò verso un monastero per chiedere consiglio a un eremita, rinomato per la sua saggezza. 

Il giovane si diresse verso il monastero, accompagnato dagli usuali sentimenti negativi. Dopo aver percorso un sentiero impervio tra i monti, arrivò presso il monaco Nyingmapa. «Che cosa ti preoccupa?», gli domandò il saggio eremita quando il ragazzo gli si avvicinò.  «Ultimamente mi sento molto infastidito e sono pieno di rabbia e di rancore. Penso molto, soprattutto alla vita grama che sto conducendo, al mio passato così misero e al futuro che vedo personalmente poco luminoso, senza prospettive!».

Il monaco, dopo aver riflettuto qualche istante, frugò tra le sue povere cose e gli porse un’antica piuma d’oca. «Secondo te, quanto pesa questa piuma?», gli chiese.

Il ragazzo rispose: «Pochissimo! Si e no 2 – 3 grammi!».

Il monaco annuì e poi gli chiese di tendere il braccio e di reggere la piuma sul palmo della mano: «Rimani in quella posizione, mentre io vado a cercare il libro in cui è specificato il peso esatto della piuma! Comunque, al mio ritorno, se vuoi, puoi cambiare la tua risposta!». Il ragazzo, che non capiva e si diceva: «Perché potrei cambiare idea?», annuì semplicemente.

Pochi minuti dopo, il giovinetto, col braccio teso e la piuma sul palmo della mano, stava già pensando di cambiare la sua risposta e di aggiungere qualche grammo al peso della piuma. Altri minuti dopo, il braccio cominciò a fargli male e la piuma sembrava pesare un sacco.

Quando il monaco fece ritorno, circa mezz’ora dopo essersi allontanato, il ragazzo era sul punto di arrendersi. «Per fortuna che sei tornato, perché non ne potevo più!», esclamò.

L’eremita si sedette accanto al ragazzo e gli disse: «Prima di abbassare il braccio, dimmi: secondo te, quanto pesa la piuma?». Il giovane, stanco e confuso, affermò: «All’inizio mi sembrava non pesasse quasi nulla. Dopo un po’ il suo peso ha iniziato a triplicarsi e, subito prima che tu arrivassi sembrava pesare come un’incudine!».

Allora il saggio spiegò: «Mio caro ragazzo, le emozioni negative sono come la piuma: se le provi ma poi le lasci andare subito, non pesano praticamente nulla; se invece le sopporti per molto tempo, pesano come un macigno sul cuore!».

Il ragazzo abbassò il braccio, comprese la lezione e ringraziò il saggio monaco. Poi riprese il cammino, scendendo la montagna a passo veloce attraverso i suoi impervi sentieri, in direzione del suo villaggio. Correva sorridendo, impaziente di dire ai suoi: «Mi sento leggero come una piuma, o anche meno!».

___________________________

La parabola – raccolta nella regione del Kham (tra Cina e Tibet) – sembra rivolgersi specialmente a chi possiede pensieri tenebrosi: «Le preoccupazioni e le emozioni negative sono dannose per la vostra salute mentale e fisica, se lasciate che vi invadano per troppo tempo. Non c’è motivo per continuare a sopportarle! Superate i rancori, dimenticatevi delle offese del passato! Lasciate andare tutto ciò che vi pesa e recuperate le energie necessarie per essere felici!». La montagna (dove risiede la sapienza), lontana dalle occupazioni e dalle preoccupazioni, favorisce la ricerca e la scoperta della serenità.

I monaci Nyingmapa sono riconosciuti per i loro “Terma” (letteralmente “Tesori”), sorta di Tantra, insegnamenti spirituali e commentari segreti, che sarebbero stati nascosti in luoghi remoti e quasi inaccessibili dal Maestro Padmasambhava (“Nato dal Loto”), fondatore del Buddhismo Tibetano, così da essere scoperti solo da persone speciali dotate di particolari capacità, detti anche Grandi Discepoli.

Saggezza tibetana: «Tenetevi pronti ai cambiamenti, ma non dimenticate mai i vostri valori!».

Dalai Lama: «Oggi sono stato fortunato, mi sono svegliato e sono vivo. Ho questa vita preziosa e non la sprecherò!».