Lo insegna la praticità spicciola, qualità tutt’altro che da disprezzare: alle volte basta un po’ di spago per sistemare o tenere insieme tante cose che, altrimenti, andrebbero perse. È quello che abbiamo tentato di fare al termine di questo ciclo di cammini per giovani che hanno caratterizzato un’estate inedita… e tutta da sistemare! Pochi gli ingredienti: la scelta di alcuni fra i tantissimi percorsi di cui lo splendido territorio della nostra Diocesi è disseminato, un’organizzazione snella e motivata, la condivisione di un’esperienza molto semplice eppure così carica di significato come il camminare e – voilà – ecco un risultato che, per chi lo ha sperimentato, si può dire più che soddisfacente. E che risuona ancora come un profondo “grazie”.
Dalla luce irradiata sulle creste del Rinaldo in Val Visdende, alle rocce vulcaniche in mezzo ad un mare dolomitico del Migogn, al silenzio stellato di cicale notturne sulle vie del Feltrino, abbiamo percorso dei passi di fiducia e di amicizia: sorgenti di futuro.
Allora, al termine di questa esperienza, simile a tante altre giornate vissute da ragazzi e bambini nelle nostre parrocchie, ritorna quella parola che costituisce un tratto distintivo di questo tempo e che, forse, ci impegna da qui in avanti: essenzialità. Non solo una scelta imposta dagli eventi – che si accontenterebbe del “meglio poco che niente” – ma possibilità di mantenere vivo quello che, alla fine, più di tutto conta: la condivisione delle nostre esperienze, la semplicità dei legami e la fatica di raggiungere una meta che prelude sempre a nuove avventure. [rdn]