Libri liturgici per la Messa fino al Messale di Pio V

Ancora sul Messale Romano

Un richiamo ai libri liturgici in uso fino al Concilio di Trento

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Il Messale tridentino, usato nel rito liturgico Romano latino fino al Messale di Paolo VI del 1969, è stato emanato nell’anno 1570. Prima di questo Messale tridentino quali libri liturgici erano in uso nella chiesa di rito latino romano?

Una storia ininterrotta, una fonte sempre viva

Il Messale di Pio V, promulgato dopo il Concilio di Trento e il Messale promulgato da Paolo VI dopo il Concilio Vaticano II, nella loro struttura e nei testi eucologici proposti, hanno attinto ai precedenti libri liturgici in uso nella Chiesa di rito latino-romano. Non si è mai partiti da zero, ma si è sempre attinto alla tradizione.

Alcuni di questi testi sono stati la ricca fonte, dalla quale gli esperti che hanno redatto i Messali, hanno attinto abbondantemente. Ne ricordiamo alcuni. Sono il segno di un’evoluzione rituale in un’assoluta fedeltà ai dettami della fede. L’influenza del momento storico e la risposta alla situazione di vita delle comunità cristiane si fondono per redigere un libro liturgico vivo e vitalizzante. Fonti e testimonianze antiche, intuizioni e ricchezze teologiche-spirituali del periodo si sono sempre fuse per dare alla preghiera ufficiale della Chiesa latina strumenti efficaci di preghiera liturgica. Accenno a qualcuna di queste fonti antiche.

Liturgie cristiane in Oriente

La liturgia cristiana dalla sua origine apostolica si è poi nei primi secoli diversificata e strutturata in relazione al territorio dove la pratica e la testimonianza della fede stessa si era radicata. La grande divisione dello sviluppo della liturgia cristiana è data a partire dalla grande divisione del mondo cristiano antico: l’Oriente e l’Occidente.

Per la storia della liturgia orientale vengono ricordati i seguenti riti: siro di Antiochia, maronita, bizantino, armeno, nestoriano, caldeo, malabarico, copto, etiopico. Un elenco apparentemente freddo, ma che contiene la ricchezza di un’esperienza celebrativa ancora viva nella parte di Chiesa che in questi riti si riconosce. L’universalità della Chiesa si manifesta anche in questa ricchezza. Anche solo il richiamo a questa varietà ci fa uscire da una visione limitata, che talora vorremmo totalizzante ed esclusiva. La conoscenza e l’affetto per il nostro rito romano-latino non dovrebbe impedirci almeno di sapere dell’esistenza di altri riti. La globalizzazione attuata anche solo dallo strumento televisivo ci mette in contatto con queste ricchezze celebrative della fede cristiana orientale.

Il rito romano in Occidente

Il Rito romano a noi familiare, oggi diffuso in tutta la cristianità latina, ha avuto la sua origine nella città di Roma. Da questo luogo il rito latino si diffuse prima in Italia, accettato dalle diverse Chiese locali e quindi si espanse al di là delle Alpi. Con Carlo Magno il rito romano fu imposto a tutto il suo impero e sostituì, se non soppiantò, sia in Gallia che in Germania, le antiche liturgie locali. In Spagna questa diffusione si realizzò con intervento del papa san Gregorio VII nel secolo XI. Non sono molte oggi in Spagna le tracce delle antiche liturgie spagnole (mozarabiche).

Pur non considerato un libro ufficiale, il testo chiamato “Tradizione Apostolica” è il testo più antico in riferimento alla celebrazione liturgica. E’ un breve scritto cristiano in cui si fa riferimento a un compendio di princìpi, regolamenti e istruzioni in materia di ordinamento ecclesiastico, prassi liturgica e vita comunitaria. E’ stato attribuito a Ippolito di Roma, teologo e scrittore, anche se oggi la figura di Ippolito è oggetto di complicate discussioni. Viene considerato una significativa testimonianza della vita cristiana, anche liturgica, del terzo secolo. Una grande valorizzazione di questo documento si è avuta nel secolo scorso da parte del cosiddetto Movimento liturgico.

I documenti più antichi che testimoniano la ritualità celebrativa liturgica del rito Romano-Latino sono i Sacramentari. Pur contenendo solo le preghiere che dovevano essere recitate dal Vescovo nelle diverse celebrazioni, sono preziosa e ricca eredità giunta fino a noi. Sui Sacramentari mi soffermerò in un prossimo contributo.

Giuliano Follin

(continua)