Avere cura gli uni degli altri, cammino di pace

L'omelia del Vescovo a Feltre e a Belluno nel primo giorno dell'anno

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La solennità di Maria Madre di Dio, con cui si apre l’anno, ci svela che non siamo abbandonati, disorientati in una storia senza sbocco perché Dio si è fatto carne ed è entrato nella storia per salvarci. Non c’è notizia migliore e più sorprendente ha fatto presente il vescovo Renato all’inizio dell’omelia che ha tenuto nella Concattedrale di Feltre al mattino del 1° gennaio e, a sera, nella cattedrale di Belluno.

Nel 2020 – ha continuato il Vescovo – abbiamo invocato tante forme di salvezza e siamo ancora in questa attesa. Il nostro bisogno di salvezza – ha auspicato – ci porti ad appassionarci gli uni degli altri, a ritrovare le ragioni di un vicendevole impegno. E noi come cristiani – ha poi sottolineato – siamo chiamati a testimoniare che Dio non se n’è andato da questa storia in cui si è fatto bambino e che a questa speranza siamo chiamati insieme per ritrovarla, donarla e condividerla.

Il vescovo Renato ha poi confidato di essere stato colpito da alcune parole del messaggio di ieri del presidente Mattarella, lì dove ha detto che il 2021 deve essere un anno in cui ciascuno di noi è chiamato all’impegno di ricambiare quanto ricevuto con gesti gratuiti, spesso da sconosciuti, da persone che hanno posto la loro stessa vita in gioco per la nostra, come è accaduto per tanti medici e operatori sanitari. Gesti concreti che hanno testimoniato una fraternità che si nutre non di parole, ma di umanità che prescinde dall’origine di ognuno di noi, dalla sua cultura e dalla sua condizione sociale.

Oggi, primo giorno dell’anno – ha proseguito il Vescovo – sentiamo di essere tutti convocati ad accogliere e far germogliare nella vita di tutti una storia di salvezza che già è in dono all’umanità intera proprio in quel bambino che siamo chiamati a riconoscere nei segni umili, essenziali, dignitosi delle fasce dell’affetto che lo avvolgono e della mangiatoia che ci richiama un pane quotidiano che dobbiamo di più condividere con tutti e fra tutti.

Il Vescovo ha poi citato papa Francesco che nel suo messaggio per questa Giornata della pace nel quale scrive che gli eventi che hanno segnato l’umanità nel 2020 ci insegnano l’importanza di prendersi cura gli uni degli altri e del creato per costruire una società fondata su rapporti di fratellanza. Per questo il Papa ha scelto come tema del suo messaggio “La cultura della cura” come percorso di pace.

Anche noi – ha detto ancora – vogliamo crescere nella cultura della cura vincendevole, cura gli uni verso gli altri. È questo il percorso di pace, il cammino di salvezza che possiamo percorrere. Cultura della cura per debellare – come dice il Papa – la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente.

Raccogliamo queste sfide – ha concluso il Vescovo – sentiamoci sostenuti dalla grazia di Dio che ci chiama a camminare in questo anno di salvezza.

Al termine della celebrazione nel duomo di Feltre,  il Vescovo ha augurato a Feltre di essere città della cura vicendevole e per questo città della pace. Non è poi mancato un augurio a tutte le famiglie e in particolare a chi è sotto la paura del contagio, a chi sta poco bene e a chi sta loro prestando le cure.

Carlo Arrigoni