Tendere la mano al povero non è una dimensione aggiuntiva della testimonianza della fede

Avvento di fraternità 2020

Tempo prezioso per allenarsi alla misericordia

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La IV Giornata Mondiale dei Poveri celebrata il 15 novembre ha indicato una pista per il cammino di Avvento. Il tendere la mano al povero non è una dimensione aggiuntiva della testimonianza della fede, ma è il segno dell’incontro reale con Cristo presente nei poveri. Se è vero che i poveri saranno sempre con noi, come afferma Gesù nel Vangelo di Giovanni (Gv 12,8), allora incontrarli non sarà casuale  e, perché nell’incontro si manifesti il frutto di una fede operosa, sarà necessario un allenamento quotidiano, come il Papa ha ricordato nel messaggio della Giornata Mondiale dei Poveri, perché “non ci si improvvisa strumenti di misericordia”.

L’Avvento è un tempo prezioso per allenarsi alla misericordia: anzitutto perché nell’ascolto della Parola e nella liturgia ci viene dato di comprendere quanto abbiamo ricevuto dalla misericordia di Dio. Qualcuno ha teso la mano verso di noi e ha restituito senso alla nostra vita, rigenerando in noi la speranza. L’attesa dell’Avvento definitivo del Cristo, oltre che la contemplazione del mistero dell’Incarnazione del Verbo nel Natale, è un esercizio di speranza che dobbiamo condividere, in particolare con quanti credono di non aver più ragioni di speranza.

Che cosa fare in questo tempo per rendere fattiva l’attesa del Salvatore e per seminare fiducia e speranza mentre è ancora forte il rischio sanitario e i risvolti economici e sociali della pandemia sembrano diventare sempre più drammatici?

Le nostre comunità sono chiamate ad essere più attente ai segni della sofferenza che è in mezzo a noi e che assume i volti della malattia, della povertà economica, della solitudine, delle ferite familiari. Occorre un di più di ascolto, che ha bisogno anche di strumenti efficaci, capaci di far emergere i bisogni  delle persone o delle famiglie in difficoltà attraverso l’incontro accogliente e rispettoso e di avviare un accompagnamento centrato su un progetto personalizzato che tenda alla promozione della persona e alla sua autonomia.

In concreto possiamo concentrarci su alcuni obiettivi per questo tempo che la Provvidenza ci offre:

  • pensare alla nascita di un centro di ascolto interparrocchiale o foraniale, che diventi un segno della carità di tutta la comunità, capace di suscitare nuove energie di condivisione e corresponsabilità;
  • essere accanto alle famiglie in difficoltà a causa della crisi economica condividendo con loro progetti per il superamento del disagio;
  • manifestare vicinanza agli anziani e alle persone sole con le modalità che la situazione consente;
  • sostenere le opere segno presenti sul territorio (strutture di accoglienza, mense, ecc.) anche con opportune raccolte di offerte, particolarmente in una domenica di Avvento, tradizionalmente la terza domenica, chiamata “Domenica della carità”.

La Caritas diocesana è disponibile a sostenere le attività caritative delle parrocchie e delle foranie anche attraverso momenti formativi nel territorio.

diac. Francesco D’Alfonso