Capitolo dei Canonici della Concattedrale di Feltre

Il Capitolo dei Canonici nel corso dei secoli ha esercitato importanti funzioni nella storia dell’antica diocesi di Feltre. Oggi è il collegio di presbiteri al quale spetta assolvere alle funzioni liturgiche più solenni nella chiesa concattedrale di Feltre e presso la Basilica Santuario dei Santi Vittore e Corona.

______________________________

Membri

mons. Secondo Dalla Caneva (decano dal 2008)
mons. Angelo Balcon (arciprete dal 2020)
mons. Mario Cecchin (dal 1993)
mons. Enrico Zasio (dal 2008)
mons. Sergio Dalla Rosa (dal 2009)
mons. Lino Mottes (dal 2009)
mons. Umberto Antoniol (dal 2011)
mons. Aldo Giazzon (dal 2014)

Canonici onorari

mons. Liviano Bernardi (dal 2010)

______________________________

 

Note storiche

La più antica attestazione del Capitolo della cattedrale di Feltre rimonta alla fine del XII secolo; si tratta di un provvedimento disciplinare promulgato da papa Innocenzo III il 1° luglio del 1198. Il Capitolo era composto da otto canonici e nel 1205 Innocenzo III permise che venissero eretti due nuovi canonicati. Nel 1470 venne eretto l’undicesimo canonicato: la prebenda di Santa Margherita di Longano, così chiamata perché i beni da cui venivano le rendite si trovavano in quella frazione della pieve di Sedico. Un nuovo e ultimo canonicato venne fondato nel 1533. In quell’anno Agostino Rizzardi, uno dei due sacristi (questo il titolo dei due parroci della città e del suburbio), ottenne da papa Clemente VII che il suo titolo di sacrista venisse elevato alla dignità di canonicato. Da allora il Capitolo fu stabilmente composto da dodici canonici.

Due le dignità del Capitolo, testimoniate fin dal Duecento. Il Decano, che presiedeva il Capitolo e il clero della cattedrale. Egli era di diritto titolare della curazia di Zermen, le cui rendite costituivano parte del suo beneficio; alla cura pastorale provvedeva incaricando un sostituto. Questa situazione cessò poco dopo il 1584. In quell’anno il visitatore apostolico vietò il perdurare di questa sovrapposizione di cariche contraria ai dettami conciliari sull’unicità e residenza del parroco: il Decano non poté più essere titolare della curazia, ma su di essa gli venne riservato il diritto di scegliere il parroco. Seconda dignità era l’Arcidiacono; questi faceva le veci del Decano e, sino alla fine del Quattrocento, governava la diocesi in sede vacante.

Nel 1450, per iniziativa del decano Marco Nigro, valente canonista e poi vescovo, venne steso per la prima volta lo statuto del Capitolo.

L’istituzione degli uffici di penitenziere e di teologo, stabiliti dai decreti del Concilio di Trento, scatenò un’accesissima lite del Capitolo col vescovo Rovellio nei primi anni del suo episcopato. La contesa, che non ebbe uguali nella storia del Capitolo, finì davanti al tribunale della Nunziatura veneta. La sistemazione venne trovata nel 1597: la carica di teologo venne collegata alla prebenda di S. Simone, la più redditizia del Capitolo, e quella di penitenziere alla prebenda di S. Filippo.

Oltre ai dodici canonici la cattedrale contava, nella sua graduatoria per dignità: il sacrista di San Luca (quello di San Marco era canonico), il precentore (responsabile della liturgia corale), otto mansionari e un numero variabile di altaristi. Alla fine del Cinquecento i sacerdoti in servizio alla cattedrale erano 35.

Notevole la preparazione culturale dei canonici in età moderna: gran parte di loro, in certi momenti più della metà, erano dottori in utroque iure o in teologia. Ricorrente la presenza dei canonici coadiutori: chiedendo tale concessione alla Santa Sede, i canonici più anziani riuscivano a garantire ad un familiare più giovane il diritto di successione automatica sullo stallo canonicale.

Nel 1864 papa Pio IX concedeva al decano del Capitolo la dignità di protonotario apostolico e agli altri canonici l’uso delle vesti prelatizie, pur senza il titolo di protonotari, e l’uso delle insegne vescovili nei pontificali.

Il riordinamento parrocchiale della città di Feltre, avvenuto tra il 1915 e il 1917, ebbe una sua ricaduta nell’organizzazione del Capitolo. Il titolo parrocchiale di San Marco venne trasferito alla frazione di Mugnai e quello di San Luca a Farra, venne istituita la parrocchia della cattedrale e la carica di parroco venne collegata alla seconda dignità del Capitolo sopprimendo il titolo di arcidiacono e dandole il titolo di arciprete.

don Claudio Centa