Caratteristiche del tempo liturgico della Quaresima

Struttura, segni celebrativi e atteggiamenti di spiritualità individuale

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Iniziata la Quaresima con il mercoledì della ceneri, è utile richiamare alcune caratteristiche di questo tempo, che la Chiesa stessa definisce «tempo favorevole». Accompagneranno fino al Triduo pasquale e in particolare alla Veglia pasquale la comunità cristiana e ogni singolo credente.

Struttura del tempo di Quaresima

Nell’attuale struttura dell’anno liturgico, la Quaresima inizia il mercoledì delle Ceneri e si conclude la sera del Giovedì Santo prima della messa “nella Cena del Signore”. Sono previste sei domeniche e relative settimane. Tali domeniche e settimane sono indicate da una semplice numerazione progressiva le prime cinque, mentre la sesta ha una sua particolare denominazione: è la domenica che segna l’inizio di quella che è notoriamente definita “Settimana Santa” ed è indicata nel calendario liturgico come “Domenica delle Palme e della Passione del Signore”. Gli ultimi giorni della Quaresima sono definiti come “Lunedì santo, Martedì santo e Mercoledì santo”. Prima dell’inizio del Triduo pasquale (dal Giovedì nella Cena del Signore, il Venerdì santo, il Sabato santo alla Domenica di Pasqua con la Veglia Pasquale e la Messa della Domenica nel giorno santo) viene celebrata nella Cattedrale dal Vescovo con il suo presbiterio, la Messa del Crisma. In questa celebrazione vengono benedetti l’olio dei Catecumeni e l’olio per l’Unzione degli infermi e viene consacrato il sacro Crisma. I sacerdoti presenti rinnovano le promesse sacerdotali fatte nel giorno della loro consacrazione sacerdotale.

Segni caratteristici celebrativi

Il colore che caratterizza il tempo quaresimale nella liturgia latina-romana è il viola. È un colore penitenziale, austero. Viola sono le vesti indossate dal sacerdote (stola, pianeta o casula); viola è il colore dell’eventuale drappo che orna e fa risaltare il leggio della Parola, delle tendine poste sul tabernacolo, di altri drappi ornamentali.

In questo tempo, segnato da scelte di austerità anche celebrativa, non si canta l’Alleluia, non si canta il Gloria a Dio, non vengono addobbati gli altari con i fiori, non viene suonato l’organo come segno di festa. Si tratta di segni da cogliere e vivere come aiuto a immergersi nel tempo liturgico e nella sua spiritualità. L’Alleluia, canto di gioia è sostituito, prima dell’annuncio del Vangelo, da altre espressioni tipo «Lode a te o Cristo, re d’eterna gloria». L’Alleluia risuonerà di nuovo nella Chiesa la notte della Veglia Pasquale come annuncio della Risurrezione. Anche per il Gloria a Dio ci sarà il canto la sera del Giovedì santo nella Cena del Signore, accompagnato dal suono delle campane a festa, che poi resteranno del tutto mute fino alla notte della Pasqua. In quel momento il loro suono festoso dopo i giorni del silenzio saranno annuncio della Pasqua del Signore risorto. L’esclusione dei fiori dall’addobbo sugli altari è ulteriore segno di austerità. Il loro ricomparire a Pasqua sarà ancora di più segno di festa e di gioia. Anche il suono dell’organo è un segno di festa. L’utilizzo di questo strumento è consentito in Quaresima per l’accompagnamento dei canti del popolo o del coro. Alcune solennità ricorrenti in questo periodo – San Giuseppe, Annunciazione del Signore – oltre al colore bianco, permettono l’addobbo floreale e il suono festoso dell’organo.

Atteggiamenti individuali di spiritualità

Il tempo liturgico vissuto dalla comunità cristiana con i riti della Messa e la preghiera della Liturgia delle Ore, è preparato, accompagnato e vissuto dai singoli fedeli con particolari atteggiamenti di spiritualità che li accompagnano nella loro quotidianità. Preghiera, penitenza, carità riassumono alcuni atteggiamenti che ogni fedele cristiano in Quaresima è chiamato a vivere. Si tratta di scelte incoraggiate dalla Chiesa, raramente indicate come obbligatorie, ma sempre significative per accompagnare il percorso spirituale che il cristiano compie verso la Pasqua. Il digiuno in senso stretto che vincola i fedeli dalla maggiore età ai sessant’anni è richiesto, oltre al Mercoledì delle Ceneri, il Venerdì santo. Ci sono però forme di digiuno costruite su misura personale e vissute come scelta quaresimale. Le realtà dalle quali digiunare (es. TV, caffè, alcoolici, dolci…) offrono un’ampia possibilità di scelta individuale. Anche l’astinenza dalla carni (richiesta in Quaresima come obbligo dopo i 14 anni) è un invito alla penitenza. La scelta di cibi non troppo raffinati, non solo il venerdì, dà valore alla scelta penitenziale che non sia solo formale.

Digiuno per la carità

Il digiuno può avere più significato quando diventa “digiuno per la carità”. In questo periodo l’attenzione ai poveri e la condivisione con loro di quanto abbiamo e risparmiamo, diventa un segno concreto e significativo. Anche in quest’anno l’iniziativa missionaria diocesana “Un pane per Amor di Dio” diventa richiamo e indicazione precisa e concreta, non solo di simbolica condivisione. Il Giovedì santo sarà portato all’altare il frutto concreto della condivisione. La piccola cassettina di cartone presa all’inizio della Quaresima può essere sollecitazione opportuna. L’intensificazione della preghiera in Quaresima, non ultima per importanza, caratterizza questo tempo. Non solo la tradizionale Via Crucis (dove e quando sia possibile proporla), ma altre forme personali chiedono di trovare spazio opportuno nelle pur intense giornate di molte persone. La Liturgia della Ore (in particolare lodi e vespri) pregata in casa, la lettura e riflessione sulla Parola di Dio, la partecipazione alla Messa anche nei giorni feriali, sono opportunità che, se pur indicate per tutti i giorni dell’anno, in Quaresima diventano scelte importanti per vivere questo periodo definito dalla Chiesa «tempo di rinnovamento spirituale» (prefazio di Quaresima II).

Giuliano Follin