Il 30 luglio 1994 il santuario veniva aperto al culto

Festa per i 25 anni del Santuario

25 anni dopo la gratitudine per i tanti che lì hanno servito la Chiesa

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«Folle, tosàt, folle…»: chi lo ha conosciuto, non faticherà a riconoscervi l’entusiasmo con cui don Angelo Bellenzier, primo rettore del Santuario, descriveva i suoi primi mesi di ministero sul Nevegal. Fu una folla quella che il 30 luglio di venticinque anni fa partecipò alla celebrazione di apertura al culto del Santuario. Dopo le folle viene la vita ordinaria e lo scandire del tempo. Molte cose da allora sono cambiate, molte cose sono successe.

La celebrazione del venticinquesimo è stata intonata all’insegna della gratitudine, cominciando dalla messa vespertina di sabato 27, presieduta dal Vescovo emerito mons. Andrich. Alla sera il concerto-meditazione del coro “Voce mea”, che ha proposto un repertorio di antifone e  di laudi mariane.

All’inizio della celebrazione solenne di domenica 28 luglio, l’attuale rettore, don Francesco De Luca, ha ricordato le molte persone che sono state l’anima del Santuario in questi anni e i tre avvenimenti di 25 anni fa: il 28 luglio 1994 arrivava sul Nevegal la prima comunità delle suore; in questi 25 anni si sono succedute 21 suore, grazie a Dio sono ancora tutte viventi. Il 29 luglio 1994 veniva posta nella grotta la statua della Madonna di Lourdes, proveniente da Domegge dove era stata custodita per due anni nella chiesa parrocchiale e lì benedetta da papa Giovanni Paolo II. Il 30 luglio 1994 si celebrava l’inizio della vita del santuario con una solenne celebrazione, presieduta dall’arcivescovo di Pisa, presidente nazionale dell’Unitalsi, mons. Alessandro Plotti, che il vescovo Maffeo Ducoli aveva invitato per l’occasione, presenti delegazioni di questa associazione da tutto il Triveneto. «Quella di oggi è dunque una festa di compleanno: 25 anni fa iniziava la storia di un luogo voluto per la vita dei residenti, degli ospiti e dei pellegrini, si accendeva una lampada per illuminare la penombra o l’oscurità di tanti cuori, che qui hanno trovato consolazione e pace». Sono stati ricordati i preti che si sono avvicendati nel servizio al santuario: il citato don Angelo, morto nel 2018, e don Sirio Da Corte, morto nel 2016. E poi una parola di gratitudine per tutti i volontari e i sacerdoti che si sono avvicendati.

Nell’omelia il vescovo Renato ha sottolineato il valore della presenza delle religiose, come «immagine della maternità, della gentilezza di Maria». Ma anche il senso del Santuario mariano: «Questo santuario – pur nella sua “giovane età” – si spiega per il dono che Gesù ha fatto al discepolo “che amava”, ad ogni discepolo, a noi oggi che guardiamo a Maria, colei che lo ha dato al mondo perché si è affidata alla parola di Dio». Ispirato dal brano del vangelo, in cui Gesù insegna ai discepoli il Padre nostro e indica loro la costanza e l’insistenza nella preghiera, il Vescovo ha concluso: «Il mio augurio a questo santuario, per tutti coloro che vi operano a nome della nostra Chiesa di Belluno-Feltre – e che ringrazio di cuore – è di riportarci nella preghiera di Gesù, così come lui ce l’ha donata».

Prima della conclusione della celebrazione – che, come da tradizione, si svolge sotto la grotta del Santuario – è stato letto il messaggio augurale del Papa. Infine nel salone del santuario una serie di testimonianze da parte di quanti in questi 25 anni hanno conosciuto o servito la realtà del santuario e infine un lauto rinfresco organizzato dall’immancabile e generoso gruppo di Quantin.

Nel contesto dell’anniversario è stato messa a disposizione una nuova edizione, aggiornata da don Francesco, del volume a suo tempo redatto da don Mario Carlin (M. Carlin – F. De Luca, Il Santuario Maria Immacolata, Nostra Signora di Lourdes, Nevegal-Belluno, Tipi Edizioni, Belluno 2019).