Che cosa sarà l’assemblea sinodale?

Un “punto fermo” riguardo alle collaborazioni tra le parrocchie

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Negli Orientamenti pastorali 2020-2021 era previsto «un evento sinodale diocesano in cui far convergere tutte le esperienze di collaborazione tra parrocchie e predisporre i passi successivi da compiere». Stante la situazione pandemica, era difficile scriverne sul calendario una data precisa, tanto che si volle indicare prudentemente: «alla fine dell’anno pastorale o all’inizio del successivo». Ora quell’evento è annunciato per la seconda metà di settembre, quando la nostra diocesi vivrà un’assemblea sinodale.

La scelta delle parole è precisa: non sarà l’assemblea diocesana con la quale finora, in ciascuna delle sei convergenze foraniali, si dava in autunno il “La” al nuovo anno pastorale. Dopo alcune occasioni in cui l’assemblea si è suddivisa nelle sei convergenze, questa volta si ritorna all’incontro unitario per tutta la diocesi. L’aggettivo “sinodale” dice lo stile assunto negli Orientamenti pastorali, che è l’impegno additato da papa Francesco in occasione del 50.mo anniversario dell’Istituzione del Sinodo dei Vescovi: «Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio» (17 ottobre 2015).

Con l’assemblea sinodale si vuole giungere a un “punto fermo” riguardo alle collaborazioni tra le parrocchie. Sua finalità è portare a compimento le prove di collaborazione tra le parrocchie, dare stabilità all’esercizio di collaborazione, chiarendo i raggruppamenti e le loro particolarità: “queste parrocchie lavorano insieme su questi fronti”.

Chi vi sarà coinvolto? Il decreto di indizione vede «il coinvolgimento di tutto il popolo di Dio nelle sue rappresentanze e nei suoi organismi di comunione». Si intendono figure già rappresentative, che hanno un mandato ecclesiale, per valorizzare chi già opera e presta un servizio; quindi è prevedibile il coinvolgimento del Consiglio Pastorale Diocesano, del Consiglio Presbiterale, dei vicari foranei e dei parroci, dei direttori degli Uffici pastorali e delle commissioni, del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici.

«Dobbiamo tener presente – precisa ancora il Vescovo – che non sarà un atto burocratico, un’ingegneria pastorale, ma dovrà avere uno spessore “spirituale”, che dovremo inserire in un contesto celebrativo. È importante evidenziarne lo spessore spirituale, la finalità missionaria». L’assemblea – come annunciato – si svolgerà in due momenti, proprio per «ricomporre il percorso finora compiuto e aprire una fase di attuazione e ulteriore consolidamento della collaborazione tra le comunità parrocchiali». Un primo momento, verosimilmente online, si terrà sabato 18 settembre, come momento di raccolta del discernimento che in questi mesi si sta operando nei coordinamenti foraniali e nei consigli pastorali parrocchiali. Sabato 25 si compirà il secondo passo, verosimilmente in presenza, prevedendo anzitutto un momento di ascolto e di preghiera; quindi una riflessione di carattere teologico, che aiuti a immaginare una Chiesa possibile e profetica; e poi la presentazione di una “traccia pastorale”, frutto del lavoro svolto nei coordinamenti.

Il Vescovo precisa che «l’Assemblea sinodale non vuole essere un episodio che si esaurisce, ma è un cammino, un processo, che stiamo accompagnando e che deve maturare». Ci mettiamo sulla linea di quanto il Papa insegnava nella sua prima esortazione apostolica, indicando l’importanza di «dare priorità al tempo», cioè di «iniziare processi più che di possedere spazi» (Evangelii Gaudium 223).

[D.F.]