a cura di don Sandro De Gasperi (13ª domenica del tempo ordinario - anno C)

Ci ha liberati per la libertà!

Ritorniamo al colore verde: la sequela di Cristo si traduce nella quotidianità

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Questa domenica siamo… al verde! Finalmente, dopo l’intenso periodo quaresimale, caratterizzato dalla severità del viola, la luminosità festosa della Pasqua, in cui a dominare è il bianco, dopo la santissima Trinità e il Corpus Domini che abbiamo celebrato nelle ultime due domeniche, ritorniamo alla semplicità serena del verde. È il colore che ci ricorda che la sequela di Cristo, nutrita dai grandi eventi che celebriamo nel corso dell’anno liturgico, è chiamata a tradursi nella quotidianità che ognuno di noi vive.

La liturgia della Parola di questa domenica ci riconduce alla sorgente viva del nostro essere cristiani, all’impegno che ci viene richiesto nel seguire il Signore: se è certamente vero che l’incontro con Cristo è un dono gratuito, una sorpresa che ci raggiunge inaspettatamente – lo abbiamo meditato proprio domenica scorsa! – è altrettanto vero che essere cristiani richiede un coinvolgimento della nostra libertà, della nostra storia, dei nostri affetti.

«Cristo ci ha liberati per la libertà!», afferma Paolo nella lettera ai Galati, con una sicurezza e un entusiasmo contagiosi: è una verità che ci spinge a chiederci in che cosa consista la libertà, quale cammino essa sia chiamata a fare per divenire piena, verso dove orientarla perché possa fruttificare per noi e per chi ci è vicino.

E Gesù, nel brano evangelico, con una certa durezza ci mette davanti al fatto che spetta a noi orientare la nostra vita sulle orme del Maestro, deciderci per il Vangelo, lasciare che dalla nostra vita si irradi la luce del Regno che viene. Spetta a noi decidere, che significa tagliare, potare, fare ordine nella nostra vita: Gesù non ci inganna, ci mette di fronte alla radicalità della scelta a cui ci invita. Non ci sono, per i discepoli di Gesù, solo accoglienza festosa e dimore sontuose: c’è anche il rifiuto che, nel Vangelo di questa domenica, nasce da motivi piuttosto futili, almeno per la nostra sensibilità; c’è l’incertezza data dalla mancanza di una casa sicura, c’è la fatica di riprendere il cammino e di raggiungere un altro villaggio.

Solo la presenza viva del Signore può spingerci a deciderci per Lui: solo sperimentare che il Signore è davanti a noi, alla nostra destra, come ricorda il Salmo 15 che esprime oggi la nostra preghiera. Una presenza dolce, consolante, che ci rinvia a una profondità di relazione con Dio sempre inedita, sempre da raggiungere, sempre da riscoprire e rinnovare: il cammino del cristiano – anche quando è verde, cioè feriale, non appariscente, quotidiano – per poter essere autentico e convincente, dev’essere radicale. Non si tratta di fondamentalismo, men che mai di un fideismo cieco buono solo a sciogliere comodamente la complessità della realtà: si tratta della risolutezza di chi ama, di chi ha sperimentato una presenza che fa ardere il cuore e rende capaci di camminare, di volare, di recidere legami e catene per una libertà più grande e più intensa.

«Cristo ci ha liberati per la libertà!»: sono parole che, nella bellezza di una promessa che avvertiamo realizzabile, ci danno le vertigini per la loro profondità. Sono parole che suscitano in noi un desiderio di radicalità evangelica che vogliamo estendere a tutta la Chiesa, a ogni battezzato che tenta di vivere il Vangelo: se la sfiducia si è impadronita del nostro cuore, se fatichiamo a ritenere possibile o desiderabile seguire il Signore Gesù nel nostro tempo, nel nostro contesto sociale, culturale e geografico, se abbiamo bisogno di rinfrescare un po’ la nostra sequela, se siamo un po’ “al verde”… è la domenica giusta per noi!