27 ottobre 2019, presso la sala teatro al Centro congressi «Giovanni XXIII»

Cronaca della Giornata per il dialogo cristiano islamico

Diventare sinonimo di «quotidianità, di oggi, di tempo ordinario»

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Sul palco della sala teatro al Centro congressi «Giovanni XXIII» Renzo Andrich e Ajar Bouharid stanno salutando i presenti alla Giornata per il dialogo cristiano islamico, circa 200. È domenica 27 ottobre, nel pomeriggio. A prendere la parola è il vescovo Renato Marangoni che nota come la ‘‘giornata’’ del dialogo cristiano islamico debba diventare sinonimo di «quotidianità, di oggi, di tempo ordinario». è il Vescovo a dare il primo commento al tema «Maria, ponte tra le fedi». «Finalmente – dice – chiamiamo Maria per quello che è, figura umana e femminile, senza tante cornicette di titoli».

Altrettanto entusiasta, e applaudito, il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro: «sono orgoglioso che a Belluno si combatta l’unica guerra che val la pena combattere: quella contro l’ignoranza».

Il microfono passa a Said Chabbar, islamista, dell’università marocchina di Beni Mellal; curriculum di tutto rispetto il suo, a partire dalla laurea in scienze islamiche a Casablanca, nel 1987, ora formatore degli imam: Chabbar parla di Maria nel Corano e nota come «il Corano non parla solo dei profeti, ma delle loro famiglie, perché le famiglie sono sostenitrici di quel profeta».
Parlare di Maria vuol dire parlare della sua famiglia, che coincide con Gesù. Chabbar tesse poi gli elogi della madre di Gesù secondo l’islam: è l’unica donna a cui il Corano dedichi una sura. Maria è un simbolo di tutti i valori umani; servizio, umiltà, castità, perseveranza, quelli citati da Chabbar.

Don Valentino Cottini racconta di essere stato colpito da un hadith della tradizione musulmana, in cui si dice che «Satana morde tutti i bambini appena nati, eccetto Gesù e sua madre». Sembra quindi che l’islam abbia pensato all’Immacolata Concezione prima dei cristiani… vero è però che nell’islam non c’è un peccato originale. Nel Corano il rapporto di Maria con Gesù si esaurisce con l’infanzia di Gesù, nel Vangelo Maria sosta sotto la croce. «Lì è il simbolo di tutte le madri – continua don Cottini – che provano la fatica del dolore».

Dietro i relatori, sul maxischermo viene proiettato il volto raffaellesco di una Madonna custodita al Museo diocesano di arte sacra a Feltre; don Cottini cita «la Madonna dell’inutile» della Comunità arcobaleno: «Maria è la madre e la compagna di tutti coloro che sono scartati; perché lei vede scartare la persona cui teneva di più, suo figlio. Maria è la madre dell’Inutile.. attraverso lei, cristiani e musulmani capiranno che l’inutile è lo strumento su cui si costruisce l’indispensabile».

Ci si collega in videoconferenza con il convegno analogo di Padova, dove hanno espresso il desiderio di sentirsi raccontare il pellegrinaggio in Marocco della Pasqua 2019; lo rivivono don Giuseppe Bernardi, Giulio Battaiola e Aziz Elaamari. Nel tempo dedicato alle testimonianze prendono la parola Aldo Bertelle («questa sera qui c’è storia; oggi non abbiamo celebrato il funerale della speranza»), Assia Belhadj, Patrizia Burigo, dell’associazione «Bellunesi nel mondo», Sandro De Gasperi, seminarista studente di teologia che ha partecipato alla summer school sul dialogo interreligioso organizzato dalla Conferenza episcopale italiana e dalle associazioni islamiche.

È ormai buio quando Sarah Reali e Assia Belhadj si danno il cambio per leggere un documento che sarà firmato dall’imam della provincia di Belluno Hassan Frague e dal vescovo Renato: «Noi credenti, uniti a quanti cercano la verità in sincerità e purezza di cuore, nel nostro pellegrinaggio abbiamo incontrato, assieme, Maria, madre di Gesù Cristo; l’abbiamo riconosciuta e conosciuta come comune e sublime esempio di fede, capace di accogliere le molteplici parole di Dio».
E ancora: «Con il suo esempio e la sua guida intendiamo proseguire il nostro pellegrinaggio verso la Gerusalemme terrena e quella del cielo impegnandoci a produrre autentici frutti mariani. Ci impegniamo a promuovere la famiglia, quale nucleo fondamentale della società e dell’umanità, che nasce per dare alla luce dei figli, allevarli, educarli, fornire loro una solida morale e la protezione familiare. Ci impegniamo a proteggere i diritti degli anziani, dei deboli, dei disabili e degli oppressi, a partire dai bambini ancora nel grembo della madre. Ci impegniamo a promuovere in ogni contesto e occasione la giustizia basata sulla misericordia».

Ora il mandato per il rapporto cristiano islamico nel Bellunese è l’incontro con i carcerati di Baldenich.

don Giuseppe Bratti