A cura di don Alessandro Coletti (29ª domenica del tempo ordinario - anno B)

Desideri profondi e desideri da purificare

Non vergogniamoci dei nostri desideri, lasciamo che sia lui a purificarli e farli maturare

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Non so che sentimenti ha suscitato in te la pagina di Vangelo di questa domenica? Secondo me, ci può lasciare più sereni, più impegnati e più fiduciosi… Più sereni, perché vediamo che le nostre fragilità, le nostre miserie sono state anche quelle degli Apostoli. Anche i discepoli, questi uomini straordinari e, per molti versi, straordinariamente fortunati che hanno passato qualche anno a stretto contato con Gesù, mostrano le loro fragilità: vogliono i primi posti, vogliono una posizione di potere, di prestigio. Giacomo e Giovanni fanno parte di quel gruppetto che seguirà più da vicino Gesù (loro, insieme a Pietro, saranno sul Tabor, a loro Gesù chiederà in modo speciale di pregare nel Getzemani)… Eppure chiedono un posto di prestigio, di potere; come hanno capito poco Gesù! Evidentemente pensavano a un Gesù guerriero, un Gesù trionfatore, un Gesù re e si premuniscono: “Dacci il primo e il secondo posto dopo di te!” Questo ci rasserena un po’… Come gli assomigliamo anche noi… Quante volte siamo gelosi di quel collega che sembra meritare meno eppure sembra più apprezzato, fa meno di noi eppure ha avuto una promozione? Quante volte ci capita di star male perché a quello sembra andare tutto bene e non se lo meriterebbe? Quante volte ci capita di dare seguito a dicerie o a pettegolezzi? Quante volte, anche in famiglia, ce la prendiamo per una eredità, per paura che un nostro parente sia stato avvantaggiato, privilegiato? Quante volte anche nelle Comunità, nelle parrocchie si diventa gelosi di un ruolo, di un compito? Allora vedere gli apostoli così fragili ci rasserena…

Ma ci dovrebbe rendere felici e fiduciosi il metodo educativo che adotta Gesù. Di fronte alle richieste di questi due discepoli Gesù non si arrabbia, non si offende, non li sgrida… Dio li fa partire da dove sono per aiutarli a crescere.

Dio ci parla attraverso i nostri desideri. A volte si pensa che fare la volontà di Dio significhi fare una volontà che è totalmente diversa dalla nostra. Ed è per questo che tante volte non ci piace. Il primo modo invece che Dio ha di parlarci non è il dovere ma il desiderio. È il punto di partenza per ciascuno di noi. Se qualcuno di voi ha figli o nipoti avrà fatto l’esperienza di chiedere: “Cosa vuoi per Natale/per il compleanno?” I bambini sparano… A volte chiedono cose assurde o irrealizzabili. A volte non è possibile esaudire quel desiderio, a volte non è bene esaudire quel desiderio. Devo educare il desiderio di quel figlio. Ma non posso ignorare totalmente il desiderio che c’è alla base. Dio ci domanda sempre cosa vogliamo. E ci educa… Ci aiuta attraverso i nostri desideri a crescere. Dietro i nostri desideri cosa c’è? Un buon Padre sa guardare la domanda vera che c’è dietro la nostra richiesta. Come un genitore che magari (in parte) delude il desiderio del figlio ma gli dà ciò che è davvero buono.

Questi discepoli desiderano i posti d’onore. Gesù però li aiuta a riflettere. Cosa c’è dietro questo desiderio? Il desiderio di essere grandi, di essere persone importanti non è per forza un desiderio cattivo… Ogni desiderio in fondo è buono, ma va portato sul piano giusto. Volete essere grandi? Ma siete pronti? Ma sapete che per essere grandi la via è impegnativa, è faticosa? Ma sapete che la via per essere grandi ai mie occhi è quella di scegliere l’ultimo posto? È la via del perdono? È la via della croce? Per parafrasare una canzone di Jovanotti: “dici di fidarti di me. Cosa sei disposto a perdere?” Quanto sei disposto ad impegnarti, a metterti in gioco? Quanto ci credi?

Il Signore ha pazienza con noi. Al momento quei discepoli non capiscono…Capiranno… Giacomo sarà il primo martire tra gli Apostoli (il primo martire in assoluto è Stefano ma il primo dei 12 a dare la vita per il Signore sarà proprio Giacomo), Giovanni rimarrà sotto la croce di Gesù fino alla fine. Al momento ancora non capiscono ma Gesù li accompagna. E come ha chiesto a loro, così chiede a noi di interrogarci. Dietro ai nostri desideri che cosa c’è? Gesù ci accompagna nelle nostre fragilità per portarci al bene. Però, dice Gesù, “sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo”. Noi saremo felici quando ci lasceremo condurre nel posto che il Signore ha preparato per noi. A volte la tentazione è, proprio come per quei due discepoli, di affiancarsi al Signore, a volte anche di superarlo… Ti diciamo noi Signore da che parte andare, cosa devi fare. No! La logica del cristiano è quello del discepolo, è quella del grembiule. Non vergogniamoci delle nostre fragilità e dei nostri limiti, ma mettiamoli nelle mani del Signore; non vergogniamoci dei nostri desideri, lasciamo che sia lui a purificarli e farli maturare.

Usciamo allora felici, felici di avere un Dio che ci ama e ci aiuta a crescere per raggiungere la gioia piena, la gioia vera che già qui ci fa pregustare quella del paradiso.