Sottolineata la coincidenza con l'anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II

Don Cesare e don Francesco per Agordo, La Valle e Taibon

«...dissentire da cotesti profeti di sventura, che annunziano eventi sempre infausti»

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Dopo i commiati a don Adalberto Rzeminski, don Giorgio Lise e don Mario Zanon, le comunità parrocchiali di La Valle, Agordo e Taibon si sono riunite per la veglia di preghiera con il rito di inizio del ministero pastorale del nuovo parroco  e del nuovo vicario parrocchiale. Don Cesare Larese De Pol e don Francesco Silvestri, la sera di venerdì 11 ottobre, hanno fatto il loro ingresso nelle tre parrocchie durante una veglia nell’arcidiaconale di Agordo, organizzata assieme dai tre consigli pastorali e presieduta dal vescovo Renato Marangoni, alla presenza del nuovo provicario foraneo don Fabiano Del Favero e di altri sacerdoti, accompagnata dai canti dei cori del tre comunità.

Lo hanno fatto significativamente nello stesso giorno in cui, l’11 ottobre 1962, papa Giovanni XXIII inaugurò il Concilio Vaticano II con il famoso “discorso della Luna”. «Non cedere alle voci dei profeti di sventura, ma camminare assieme nella pratica di nuove forme di collaborazione». Richiamandosi al vangelo di Luca in cui Gesù ricorda che «ogni regno diviso in se stesso va in rovina», il Vescovo ha preso spunto dall’importante anniversario per dare un senso profondo alla novità riguardante le tre parrocchie abituate storicamente ad avere un pastore a testa e che ora, invece, ne avranno due in comune.

«Ci sono dei segni», ha detto il Vescovo, «che ci danno delle indicazioni per il futuro. E uno di questi è dato dalle parole pronunciate da papa Giovanni XXIII la sera in cui aprì il Concilio Vaticano II. Egli disse che ci sono persone che nei tempi moderni non vedono che prevaricazione e rovina e che dicono che la nostra età, in confronto con quelle passate, è andata peggiorando. “A noi – dice il papa – sembra di dover dissentire da cotesti profeti di sventura, che annunziano eventi sempre infausti, quasi che incombesse la fine del mondo”».

La carenza di sacerdoti e la difficoltà oggettiva nel riuscire a garantire una presenza capillare degli stessi vanno visti – secondo il Vescovo, sempre citando papa Giovanni – nell’ottica di quella «Provvidenza che ci sta conducendo a un nuovo ordine di rapporti umani». Un invito che è stato accolto dai rappresentanti dei tre consigli pastorali rivolgendo il loro saluto a due presbiteri, assieme al provicario foraneo don Fabiano Del Favero.

Sia don Cesare Larese che don Francesco Silvestri hanno quindi rivolto un breve saluto ai fedeli, non nascondendo l’emozione. «Ho in mente le parole di San Paolo», ha spiegato il primo, «che dice ai Corinzi di essere stato presso di loro con debolezza, timore e tremore. Non voglio esagerare col tremore, però quando 19 anni fa ho iniziato il ministero a Sedico avevo 40 anni e c’era più energia fisica e più spensieratezza. Adesso che sono vicino ai 60 c’è maggiore consapevolezza del compito affidatomi e una maggiore presa di coscienza che il compito è superiore alle forze che abbiamo. Questa serata e la volontà che emerge sono un buon auspicio per iniziare il cammino».

«La notte successiva alla comunicazione dell’incarico da parte del vescovo», gli ha fatto eco don Francesco, «non ho dormito. Ma mi fido del vescovo e del Signore. Ci sarà modo di conoscersi tra noi. So di poter vivere questa esperienza con don Cesare di cui ho stima. Tutto ciò è un grande regalo che il Signore ci fa».

Al termine il Vescovo e i due nuovi pastori hanno consegnato ai tre Consigli pastorali gli Orientamenti pastorali 2019-20.

Loris Santomaso

(Foto di Federico Costa e Agordo Foto di Luigi Cadorin)