BRASILE – Una missionaria bellunese racconta la sua esperienza tra le periferie di una metropoli

È necessario uscire dalle chiese per cercare chi è fuori

Sta nascendo una nuova comunità “San Giuseppe”: possa crescere e diventare a sua volta missionaria

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Per il Mese di ottobre, l’Ufficio diocesano per la Missione ha voluto offrire alla nostra Chiesa il contributo di alcune testimonianze di nostri missionari: un modo per mettere in atto quel famoso “scambio fra chiese”, che avviene a volte con difficoltà, ma che ormai è urgente anche per la presenza nel bellunese di tante comunità di immigrati.

Alla richiesta di una Testimonianza su un lavoro pastorale in uscita (che mette al centro il Regno di Dio e tutto quanto è umano non rinchiudendosi nella chiesa con i suoi pochi partecipanti), tra gli altri ha risposto Daniela Camuffo dal Brasile.

Una parrocchia molto grande
Scrive Daniela da San Paolo (Brasile) : «Noi missionari della Comunità Missionaria di Villaregia siamo arrivati in questa terra nel 1996, e abbiamo ricevuto dal vescovo una parrocchia molto grande, la parrocchia della Santissima Trinità, dove abbiamo iniziato a lavorare cercando fin dall’inizio di coinvolgere sempre più persone nelle nostre attività. Abbiamo iniziato quasi subito un piano pastorale, che aveva anche la finalità di far crescere la comunità parrocchiale. Per far questo é stato necessario uscire dalle chiese per cercare chi era fuori».

La missione parrocchiale
«Ogni anno organizziamo una missione parrocchiale, un anno con gli adulti e un anno con i bambini.
Quest’anno é stata  il 7 luglio, con gli adulti. Abbiamo iniziato con la Messa di invio in una delle cappelle, con 300 evangelizzatori, e poi siamo usciti per le strade di una parte della parrocchia, dove ci sono molti quartieri isolati tra loro, e dove il lavoro, per questo motivo, é un po’ più difficile.
In particolare, dopo una mattinata intera di visite alle case, portando una testimonianza di fede e di amore di Dio, abbiamo concluso nel quartiere più lontano, dove ancora non c’é una chiesa, e dove stiamo celebrando la Messa alcune volte nelle case, o facendo alcune attività per i bambini e le famiglie».

La costruzione della Chiesa
«Dopo alcuni anni di ricerca, siamo riusciti a trovare un terreno per cominciare a costruire la Chiesa, e in questo giorno abbiamo portato la croce e benedetto lo spazio, insieme a tutte queste persone che con entusiasmo hanno voluto portare a questi fratelli che vivono più lontani lo stesso amore che loro hanno ricevuto.
Abbiamo ringraziato Dio per la disponibilità e il coraggio di passare una giornata al freddo, la maggior parte di loro senza indumenti adeguati (perché qui il freddo dura poco, e molti non si permettono di comprare capi pesanti per usarli per pochi giorni!), ma con la gioia di poter dire: io c’ero in quel giorno storico !
Affidiamo alla vostra preghiera questa nuova comunità, che si chiamerà San Giuseppe, perché possa crescere e diventare un giorno a sua volta missionaria».

 

Daniela Camuffo