Flaminio Da Deppo e l’Arte sacra

Il ricordo e la riconoscenza per l’impegno nella valorizzazione dell’arte sacra

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Uno dei settori che Flaminio Da Deppo ha coltivato con passione è stato quello dell’arte. In particolare egli ha aderito alla corrente dell’arte povera, che fa capo a Michelangelo Pistoletto del quale era un grande ammiratore e che si propone di contestare il consumismo della civiltà contemporanea. Faceva parte della Tavolozza Cadorina, con varie esposizioni negli anni Settanta e aveva partecipato a una Biennale di Venezia nel padiglione del Tibet.

Molto intenso è stato anche il suo interesse per l’arte sacra. Ne sono testimonianza una suggestiva Via Crucis del 2010, collocata tra le rocce dolomitiche della scaglia rossa del Museo Diocesano di Feltre. Oltre a redigere i testi di commento sui temi della sofferenza umana, accostata a quella di Cristo, aveva inserito delle immagini con cromatismi molto evocativi. È anche suo merito se la fortunata iniziativa pluriennale Tesori d’arte nelle chiese del Bellunese” ha potuto nascere e svilupparsi con la collaborazione di diversi Enti. Non è un caso che la prima tappa si sia svolta proprio nel paese di Vigo di Cadore, dove egli abitava, focalizzandosi in particolare sulle chiese di Sant’Orsola e di Santa Margherita in Salagona. Il testo che aveva composto per il volume “Vigo di Cadore” del 2006, come Presidente del Gal Alto Bellunese e della Comunità Montana Centro Cadore, diceva tra l’altro: «La concretizzazione del progetto Tesori d’arte nelle chiese dell’Alto Bellunese, volto a valorizzare il patrimonio architettonico artistico religioso del territorio, riveste, nella realizzazione della prima parte, il Centro Cadore, un’importanza di particolare interesse, con le chiese, luogo di incontro e di raccoglimento e con una realtà artistica che racchiude in sé l’“uomo” nella sua completezza materiale e spirituale».

Non meno attiva è stata la sua l’azione per le opere di restauro di diverse chiese nel territorio del GAL Alto Bellunese, soprattutto con progetti Europei. È significativo ricordare come l’ultimo in ordine di tempo, con l’Interreg Italia-Oesterreich-Dolomiti Live, avesse come titolo Vigo + Heinfels e che abbia interessato proprio la chiesa di Santa Margherita di Salagona, con il restauro completo della copertura, il risanamento e il rifacimento della pavimentazione interna e un accurato intervento conservativo degli affreschi trecenteschi e bizantineggianti della parete dell’altare, con ripristino dei colori originali. È stato questo un ultimo omaggio, quasi un testamento, che Flaminio Da Deppo ha dato alla sua terra.

don Giacomo Mazzorana