5ª domenica del tempo ordinario - anno B

«Gesù guarì molti, affetti da varie malattie»

a cura di don Ezio Del Favero

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Febbraio: purificazione e fertilità

Siamo nell’antica Roma. Il mese di febbraio indica la “purificazione” – dal verbo latino “februare” – e conclude l’anno: con il mese di marzo inizierà il nuovo anno, nuovo come la rinascita primaverile. “Februa” erano gli strumenti che servivano a purificare i corpi, il panno di lana con cui si bagnava il sangue delle vittime sacrificali, le focacce di farro tostato con cui si purificavano le case e le fronde di un albero con cui i sacerdoti si adornavano le tempie. Per la purificazione della città le donne giravano per le strade portando fiaccole accese. Nella mitologia, Giunone “Februa” (Purificata) era la Dea della febbre, associata alla guarigione dalla malaria. Essa riceveva offerte dai suoi fedeli, nella speranza di evitare la malattia ma soprattutto di ottenerne la guarigione.

Il quindicesimo giorno venivano inaugurati i “Lupercalia”, le festività in onore del dio Luperco, il quale, secondo la credenza, sorvegliava le greggi e le proteggeva dall’assalto dei lupi. Nell’occasione, i “Luperci” (sacerdoti) sacrificavano delle pecore in una grotta ai piedi del Palatino dove, secondo la tradizione, la lupa avrebbe allattato Romolo e Remo. Due ragazzi di origine patrizia con delle strisce (dette Februa) percuotevano chiunque incontrassero, in particolare le donne, per purificarle e ottenerne la fecondità. La comunità intera, così facendo, si purificava e si preparava ad accogliere la primavera e i suoi frutti…

Febbraio nella tradizione cristiana

Come delle celebrazioni cristiane importanti (Natale, Pasqua, Ferragosto, i Santi, i Morti…) hanno origini da altrettante feste pagane, così avvenne per il mese di febbraio. Nel quinto secolo dopo Cristo, Papa Gelasio I, col permesso del senato, sostituì tali feste pagane con una Festa delle Luci, mantenendone il significato di rito purificatorio, ma dedicandolo alla Vergine. Fu così che i “Lupercalia”, che celebravano la fertilità e la purificazione, furono sostituiti da una Festa delle Candele (Candelora) che celebrava la purificazione e la fertilità della Vergine Maria. Nella celebrazione liturgica della Candelora, Gesù è proclamato da Simeone “Luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”.  Da Cristo e per Cristo fluisce la luce che purifica e invita il credente ad andare oltre.

Gesù è il purificatore

Nel Vangelo di oggi, Gesù si avvicina alla suocera di Pietro e la purifica dalla febbre, proprio come accadeva nei riti dell’antica Roma. Poi Gesù “guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni”. Il Figlio di Dio, ieri come oggi, interviene sul malessere fisico e spirituale delle persone che gli si avvicinano, comunicando con i suoi gesti la salvezza e la misericordia. Gesù accompagna il gesto terapeutico della guarigione con una vicinanza spirituale, un senso di compassione, un gesto di solidarietà… In effetti, la malattia diventa un giogo più leggero e sostenibile quando la si sopporta animati dalla speranza e dal coraggio.

 

Per riflettere
  • Noi cristiani, ci lasciamo purificare, spogliandoci dai nostri egoismi, per vestirci di Verità, di Bellezza, di Amore, di Luce?
  • Verso le persone che chiedono di purificare il loro corpo (malati) e il loro spirito (vittime del male), ci mostriamo, come Gesù, attenti e premurosi e non ci risparmiamo quanto ad amore e vicinanza?