Papa Luciani proclamato Beato, la santità della sua vita proposta come esempio

Giovanni Paolo I beato

La gioia della nostra diocesi, l’impegno a vivere la testimonianza del nuovo Beato

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Il messaggio della diocesi

La Chiesa di Belluno-Feltre – rappresentata in Piazza San Pietro dal vescovo Renato Marangoni e da un migliaio di fedeli raccolti attorno a papa Francesco – vive con indescrivibile gioia questo giorno di festa, in cui vede elevato agli onori dell’altare un figlio di questa terra.

Non nasconde la soddisfazione nel veder coronati i lunghi anni del processo canonico. Rende lode a Dio e invoca l’intercessione del nuovo Beato per essere degna di avere la sua stessa passione per l’annuncio del Vangelo a tutti e il suo stesso amore per Dio e per i poveri.

 

Il racconto della mattinata davanti a San Pietro

La pioggia battente non ha scoraggiato le migliaia di persone che questa mattina hanno affollato Piazza San Pietro, in Vaticano, per partecipare alla cerimonia di beatificazione di Papa Luciani. Tante persone, ma anche molte autorità: molti i cardinali e vescovi attorno all’altare; ma soprattutto abbiamo avuto l’onore di vedere tra le autorità civili il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; inoltre erano presenti il ministro Federico D’Incà, il presidente del Veneto Luca Zaia e quello della provincia di Belluno Roberto Padrin; diversi i sindaci, tra i quali quello di Canale d’Agordo.

Dopo l’atto penitenziale, è toccato al nostro vescovo Renato chiedere al Papa la beatificazione del nostro conterraneo: è stata la nostra diocesi infatti ad avviare la causa di canonizzazione; di seguito il cardinal Stella ha raccontato brevemente la vita del nuovo beato. Dopo la formula di rito, pronunciata in latino dal Papa, è stato portato all’altare il reliquario, realizzato da Franco Murer, nel quale è incastonato come reliquia del suo magistero uno scritto autografo di Albino Luciani risalente al 1956.

Molto incisiva e attuale l’omelia di Papa Francesco, che ha commentato le parole di Gesù ascoltate nel brano evangelico.

Che cosa avrebbe fatto un qualunque maestro dell’epoca, o – possiamo domandarci ancora – cosa farebbe un astuto leader nel vedere che le sue parole e il suo carisma attirano le folle e aumentano il suo consenso? Capita anche oggi: specialmente nei momenti di crisi personale e sociale, quando siamo più esposti a sentimenti di rabbia o siamo impauriti da qualcosa che minaccia il nostro futuro, diventiamo più vulnerabili; e, così, sull’onda dell’emozione, ci affidiamo a chi con destrezza e furbizia sa cavalcare questa situazione, approfittando delle paure della società e promettendoci di essere il “salvatore” che risolverà i problemi, mentre in realtà vuole accrescere il proprio gradimento e il proprio potere, la propria figura, la propria capacità di avere le cose in pugno. Il Vangelo ci dice che Gesù non fa così. Lo stile di Dio è diverso. È importante capire lo stile di Dio, come agisce Dio. Dio agisce secondo uno stile, e lo stile di Dio è diverso da quello di questa gente, perché Egli non strumentalizza i nostri bisogni, non usa mai le nostre debolezze per accrescere sé stesso. A Lui, che non vuole sedurci con l’inganno e non vuole distribuire gioie a buon mercato, non interessano le folle oceaniche. Non ha il culto dei numeri, non cerca il consenso, non è un idolatra del successo personale. Al contrario, sembra preoccuparsi quando la gente lo segue con euforia e facili entusiasmi.

Nella seconda parte dell’omelia, il Papa ha ricordato alcuni passaggi del magistero di papa Luciani:

Con il sorriso Papa Luciani è riuscito a trasmettere la bontà del Signore. È bella una Chiesa con il volto lieto, il volto sereno, il volto sorridente, una Chiesa che non chiude mai le porte, che non inasprisce i cuori, che non si lamenta e non cova risentimento, non è arrabbiata, non è insofferente, non si presenta in modo arcigno, non soffre di nostalgie del passato cadendo nell’indietrismo. Preghiamo questo nostro padre e fratello, chiediamo che ci ottenga “il sorriso dell’anima”, quello trasparente, quello che non inganna: il sorriso dell’anima. Chiediamo, con le sue parole, quello che lui stesso era solito domandare: «Signore, prendimi come sono, con i miei difetti, con le mie mancanze, ma fammi diventare come tu mi desideri». Amen.

Al termine della celebrazione – prima di passare tra la folla sulla papamobile, sotto il sole che nel frattempo aveva fatto capolino – il Papa ha salutato tutti i pellegrini e «in modo speciale i fedeli di Venezia, Belluno e Vittorio Veneto, località legate all’esperienza umana, sacerdotale ed episcopale del Beato Albino Luciani». E poi ha invitato a rivolgersi in preghiera alla Vergine Maria, «perché ottenga il dono della pace in tutto il mondo, specialmente nella martoriata Ucraina. Lei, la prima e perfetta discepola del Signore, ci aiuti a seguire l’esempio e la santità di vita di Giovanni Paolo I».

«Cerimonia molto emozionante», ha commentato alla fine una pellegrina che, ripensando alla pioggia battente iniziale e poi all’arrivo del sereno ha sottolineato: «Come a Canale d’Agordo quanto venne Giovanni Paolo II: diluvio durante la Messa e sole subito dopo». E poi: «È stata una festa, anche l’arrivo del sole ha reso la giornata veramente gioiosa».