Mercoledì 5 luglio, nella chiesa di san Dionisio di Zermen

Grazie, don Lino

Il congedo di don Lino Mottes nel 69° anniversario del suo sacerdozio

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In occasione del suo 69° anniversario di sacerdozio, don Lino Mottes ha rimesso nelle mani del vescovo Renato Marangoni l’incarico di amministratore parrocchiale di san Dionisio di Zermen. Lo ha reso noto lui stesso mercoledì 5 luglio, durante la solenne santa messa celebrata dal vescovo Renato assieme ad 8 confratelli e alla presenza di tanti fedeli. Per tutta la comunità di Zermen, quello vissuto è stato un evento particolare, uno di quelli che è difficile dimenticare.

Il servizio di don Lino come parroco, che sembrava dovesse durare qualche mese, si è protratto per 13 anni, dal 2009 al 2022. Egli, in cuor suo avrebbe voluto protrarlo, se non fosse stato condizionato da qualche problema di salute, più che comprensibile all’età di 92 anni compiuti.

Durante l’omelia il Vescovo – dopo aver illustrato il brano di Matteo che ricorda la guarigione dell’indemoniato, lo stupore della folla di fronte a Gesù, che curava ogni malattia e infermità – ha ricordato i 69 anni di sacerdozio di don Lino e la sua testimonianza di fede. Il Vangelo che ha saputo vivere è stato quello che si apre alla vita, alla fiducia e alla speranza. E poi l’amore che ha riservato alla comunità, e non solo a quella di Zermen, richiama quello immenso di Dio verso il suo popolo. «Il suo ministero è un ricamo che non si può sciogliere».

Al termine della santa Messa, don Lino, visibilmente commosso, ha ringraziato tutti, senza fare nomi per non incorrere in qualche involontaria dimenticanza. Il suo primo ringraziamento lo ha rivolto al Signore che gli ha concesso una vita speciale e lo ha sempre accompagnato nella sua missione sacerdotale iniziata 69 anni fa. «Domani – ha detto con un sorriso bonario – comincerà il mio 70° anno di vita sacerdotale». Dopo alcuni cenni ad eventi che hanno segnato la vita della Chiesa, come il Concilio Vaticano II, ai Papi che ha avuto modo di conoscere personalmente, egli ha ringraziato i cappellani (alcuni erano presenti alla funzione religiosa) e i collaboratori che hanno condiviso il suo cammino spirituale, la comunità di Zermen per l’affetto che gli ha dimostrato e tutte le persone che non potrà mai dimenticare. Poche parole lette per non lasciarsi travolgere dall’emozione più che comprensiva, e da una infinità di ricordi accumulati i 92 anni di vita.

A farsi interpreti dei sentimenti della piccola comunità di Zermen sono stati poi alcuni fedeli presenti in chiesa. Un grazie sincero e sentito è venuto dall’organista Arnaldo De Porti, che ha messo in luce la profonda spiritualità, le risorse culturali e la grande disponibilità umana di don Lino, da Rosetta Brusaporco per la quale uno dei meriti di don Lino, «uomo di grande saggezza», è stato quello di saper entrare nel cuore e nelle anime di tutti, da Nadia Fontanive che ha ravvisato in lui «un incrollabile ottimismo», oltre alla sua disponibilità nei confronti dell’associazione “Zermen per Zermen”. «Averla avuta tra noi per 13 anni – ha confessato Gianluca Possamai – è stata una vera benedizione».

Prima della benedizione finale, il Vescovo ha rivolto un grazie ai fedeli che «con le loro testimonianze hanno saputo cogliere la bellezza del servizio pastorale di don Lino» che, sollevato dalle incombenze di parroco, potrà ancora continuare il suo ministero sacerdotale.

Poi, accortosi della presenza in fondo alla chiesa della signora Adriana De Tomas, l’ha ringraziata per essere vicina a don Lino da oltre cinquant’anni come assistente familiare.

Gabriele Turrin