Sabato 6 aprile la presentazione pubblica del Forum

Le sollecitazioni del “Forum di Limena”

La nostra diocesi partecipa tramite l'Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro

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Fin dall’autunno scorso, persone appartenenti alle Chiese del Triveneto – laici e laiche, preti, religiosi e religiose – si sono incontrati a Limena per riflettere insieme sulla situazione del Paese e delle loro Chiese nel nuovo contesto. La nostra diocesi vi ha partecipato tramite l’Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro.

A muovere la loro riflessione è stato innanzitutto il bisogno di capire quanto sta avvenendo (non solo in Italia), in quali direzioni ci porta, quali rischi possono derivarne.

In secondo luogo, la riflessione è stata incoraggiata dal disagio per il linguaggio introdotto dalle nuove élites che governano il nostro Paese, con l’evidente proposito di rendere accettabili orientamenti culturali e morali non condivisibili e per certi aspetti sconcertanti.

Gli incontri di Limena sono nati infine dalla constatazione che nelle Chiese del Triveneto si avverte un vuoto di riflessione su questi temi e una certa carenza di luoghi ove tale riflessione possa svilupparsi.

Tutto ciò mentre le opinioni dei fedeli tendono ad evolversi in modo preoccupante verso posizioni potenzialmente contrapposte, costituendo motivo di ulteriore disagio, per i fedeli laici come per i preti e i religiosi.

Considerato tutto ciò, si è avvertito il dovere di promuovere iniziative volte a favorire la riflessione e un’apertura di discussione nelle nostre Chiese. Lo si è inteso fare proponendo le idee emerse nel corso degli incontri di Limena in un documento dal titolo “Il futuro che vogliamo”. In esso si è trovata un’iniziale convergenza di numerose altre persone, appartenenti a varie esperienze ecclesiali e condizioni sociali, residenti nelle diocesi del Triveneto.

Ora il documento viene reso pubblico; sabato 6 aprile i firmatari si sono dati appuntamento a Limena per proseguire la riflessione e promuovere la discussione nelle sedi locali.

Scopo di queste iniziative non è imporre idee, ma offrire una proposta che possa rompere il silenzio e sollecitare il confronto. C’è infatti la fiducia che, soprattutto nelle comunità cristiane, le parole non gridate possono essere ancora dette e ascoltate, favorire relazioni positive, aiutare a guardare con rinnovata speranza al futuro.