Nuovo servizio presso la struttura ospedaliera di Agordo e le strutture dell'ASCA

Il nuovo servizio di don Bruno De Lazzer

«Qui mi sento a casa»

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«Ho accolto con gioia questo servizio perché qui mi sento a casa»: queste le due sottolineature che don Bruno De Lazzer ha voluto riprendere più volte, giovedì 24 ottobre scorso. Grazie infatti ad alcuni suoi ex parrocchiani di Caviola e alla disponibilità della struttura ospedaliera, nonché del coro volontario per l’occasione, il sacerdote ha dato avvio con la celebrazione della Messa al suo nuovo servizio presso la struttura ospedaliera di Agordo e le strutture gestite dall’azienda consortile ASCA.

Il clima familiare ha fatto cogliere ancora una volta il tratto prettamente da pastore che ha caratterizzato i 55 anni di sacerdozio di don Bruno, con lo sguardo che il sacerdote ha voluto volgere verso tutti coloro che hanno un legame con la struttura, sua operatori che pazienti insieme ai loro familiari. Alla celebrazione erano presenti il vicario generale della Diocesi, don Graziano, insieme a vari confratelli dell’Agordino, tre dei quali decisamente “freschi”, in quanto giunti da poco in vallata a servizio delle comunità. Presente anche il primario del reparto di medicina, dott. Mosca.

Commovente è stato anche il ripetuto ricordo del confratello per don Severino Da Roit, l’ultimo cappellano a tempo pieno per ben 16 anni, che ha concluso il suo pellegrinaggio terreno il 29 gennaio di tre anni fa. Numerosa l’assemblea di amici, ex parrocchiani, estimatori, nonché pazienti delle strutture, a far sentire a don Bruno non solo l’affetto, ma anche la riconoscenza per la disponibilità dimostrata. Nascosta fra l’assemblea, anche la sig.ra Nidia Zasso, che ininterrottamente per ben 22 anni si è resa presente nelle varie strutture accanto a ben tre assistenti religiosi, predisponendo con delicata fedeltà tutto il necessario per le celebrazioni ed animatrice nelle liturgie.

Il servizio di don Bruno, così necessario e atteso, ora è realtà, per farci toccare ancora una volta quella delicata attenzione di Gesù per i fratelli più fragili e sofferenti.

don Fabiano