Il 5 febbraio nella chiesa parrocchiale di san Giovanni Bosco a Belluno

La giornata mondiale della vita consacrata

Se non stringiamo decisamente Gesù tra le nostre braccia come Simeone, rischiamo di abbracciare il vuoto

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Si è celebrata il 5 febbraio, per la nostra diocesi, nella chiesa parrocchiale di san Giovanni Bosco a Belluno la giornata mondiale della Vita consacrata.  L’Eucaristia doveva essere presieduta dal nostro vescovo Renato, che però è stato impedito a causa del Covid che lo ha costretto a restare in vescovado. Si è fatto presente però con una lettera, letta durante la celebrazione, nella quale, riferendo un’immagine usata da papa Francesco nell’omelia del 2 febbraio, ricorda alle persone consacrate – ma anche a tutti – che se non stringiamo decisamente Gesù tra le nostre braccia come il vecchio Simeone, rischiamo di abbracciare il vuoto. E aggiunge che «Simeone sembra incoraggiare tutti noi ad essere con le braccia protese in avanti, lanciati per intravedere e scorgere il dono di Dio, il suo futuro, la sua promessa…». Il vescovo Renato propone poi che tutti i Religiosi e Religiose operanti nella nostra Chiesa locale si incontrino in una giornata prima della celebrazione della Pasqua per dei “gruppi sinodali”, così da partecipare al cammino stesso della diocesi e della Chiesa universale.

La Messa, è stata presieduta dal delegato vescovile mons. Giorgio Lise, alla presenza di alcuni religiosi concelebranti e di un buon numero di religiose venute da tutta la diocesi. All’omelia, il celebrante ha preso lo spunto dalla memoria liturgica di sant’Agata, vergine e martire, per invitare tutti a vivere in pienezza due dimensioni essenziali della vita consacrata: l’appartenenza a Cristo e lo stare con lui, attraverso la preghiera; e la testimonianza della fede attraverso il servizio al prossimo come dono d’amore. «Un amore – ha concluso don Giorgio – maturo come quello di Gesù, proprio dell’adulto che si dona, non del bambino che vuole attirare su di sé ogni attenzione; un amore oblativo che non ricerca la propria affermazione ma il bene di tutti; un amore concreto che non si esaurisce nelle belle parole ma si incarna quotidianamente nei fatti».

Una foto di gruppo ha concluso la semplice, ma gioiosa celebrazione, animata dai canti delle religiose che hanno anche rinnovato pubblicamente i loro voti.