Ad Asiago il primo incontro tenutosi nei giorni 26, 27 e 28 agosto 2021

La Parrocchia del Triveneto: una sfida da accogliere

Tre giorni di formazione per i vicari episcopali, per la pastorale e per collaboratori e collaboratrici

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Dal 26 al 28 agosto ad Asiago si è svolto il primo incontro relativo al progetto la Parrocchia del Triveneto: una sfida da accogliere organizzato dall’equipe coordinata da fratel Enzo Biemmi e sostenuta dall’ISSR di Verona e dalla Facoltà Teologica del Triveneto. È l’inizio di un percorso che si snoderà in tre anni ed è sostenuto dalla CEI: un progetto di teologia pratica che proverà ad approfondire il grande tema della parrocchia in chiave missionaria; fornendo alle diocesi e alle comunità sostegno e stimoli di riflessione circa questa urgenza pastorale che interroga la nostra Chiesa.

Dal dialogo avuto in prima battuta, con in vicari della pastorale delle diocesi del Triveneto, è emersa coralmente l’urgenza di affrontare questo tema nella nostra regione ecclesiastica e l’apprezzamento per un’iniziativa che sarà basata sull’ascolto dell’esperienza dei parroci e sull’analisi di quanto emerge dalle pratiche attuali nelle nostre parrocchie e unità pastorali.

Abbiamo vissuto questi giorni in forma di laboratorio. Partendo dall’ascolto di due racconti ne abbiamo eseguito l’analisi, successivamente, aiutati nel metodo da una griglia, abbiamo dapprima osservato la pratica pastorale e in seguito formulato delle domande che ci permettessero di interpretarne e indicarne l’orientamento.

Il tema per questo primo anno è stato memoria e cambiamento, nei due anni successivi ci focalizzeremo su le relazioni con il territorio e la ministerialità.

C’è un vissuto, un’esperienza, uno stile di vita che identifica chi appartiene o meno al Popolo di Dio? Praticare il cristianesimo è soprattutto vivere una relazione e farlo con tutte le differenti sfumature. A quale conversione siamo chiamati come chiesa e quindi come comunità? Sono state d’aiuto alla nostra riflessione anche le due testimonianze dell’equipe della Puglia e dell’Emilia Romagna/Toscana presenti che ci hanno fatto percepire, seppur in modalità differente, la condivisione di un cammino legato alla storia territoriale dell’intera chiesa italiana.

È emerso in tutti la necessità di un tempo di ascolto, un tempo capace di uno sguardo profetico, un tempo di ritorno all’essenziale della fede e delle relazioni, di un tempo e di un luogo dove la parrocchia sia capace di rinnovarsi pur mantenendo la fedeltà al Vangelo.

-Che cosa mi porto a casa?- dice Sandro, uno dei partecipanti della nostra diocesi che vedeva presenti il nostro Vescovo insieme ad altre 4 persone. -Un’esperienza bella perché ho respirato uno spaccato di Chiesa che non si conosce-.

Mi risuonano così alcune riflessioni. “Il coraggio di aderire ad un percorso di cui si ignora la fine, ma di cui si scrive assieme la strada, sapendo che l’obiettivo è portare Cristo all’altro, non convincere l’altro di Cristo”. “La disponibilità a stare dentro un percorso con le fatiche, le resistenze, i numeri bassi, anche le apparenti sconfitte, la pazienza di aspettare e anche l’umiltà riconoscere di poter fare qualche errore”.

Infine, un aspetto chiave che va oltre gli atteggiamenti detti prima: l’importanza del linguaggio e di come avvengono le proposte. Ci siamo trovati tutti d’accordo nel rileggere la ministerialità del parroco e dei laici. Partiamo però non dal presupposto che il parroco non ce la fa più e allora si chiede aiuto ai laici, altrimenti è un sopperire a una difficoltà. Incamminiamoci dunque affinché questo progetto porti in se’ il desiderio di una Chiesa accogliente e fraterna e soprattutto di una chiesa dove la centralità della Parola sia lo sguardo capace di dare l’intonazione alle scelte concrete che dovremmo compiere nelle nostre parrocchie e nelle nostre comunità.