Lunedì 28 marzo alle ore 20.45

La Siria e le altre guerre dimenticate

L'incontro dell'AC diocesana con padre Damiano Puccini

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Padre Damiano Puccini è da parecchi anni in contatto con il nostro Centro missionario della nostra diocesi. Anche quest’anno un suo progetto è legato all’iniziativa quaresimale un “Pane per amor di Dio” (progetto n. 4). Ci sono state occasioni in cui è venuto a Belluno, per ringraziare i bellunesi di quanto hanno fatto insieme a lui. Ora l’Azione Cattolica diocesana invita a un incontro online con padre Damiano previsto lunedì 28 marzo alle ore 20.45 (per accedere su zoom clicca qui oppure inquadra il QR code sul manifesto allegato).

Scriveva don Augusto Antoniol, direttore del Centro missionario, all’inizio di questa quaresima: «In questi giorni sentiamo vicine in modo particolari le popolazioni dell’Ucraina ferite da una guerra inutile. Per loro siamo invitati a una giornata di preghiera e di digiuno il mercoledì delle Ceneri. Non dimentichiamoci però di tutte le altre guerre dimenticate dai mezzi d’informazione che continuano a insanguinare il nostro pianeta». Una delle ventisette guerre in atto nel mondo si combatte ancora in Siria, mentre i suoi effetti si riversano sul vicino Libano, porto di accoglienza dei profughi siriani. Così racconta padre Damiano in una lettera pervenuta oggi (24 marzo) al Centro missionario diocesano:

Il 15 marzo 2011 iniziava la guerra in Siria. Il Nunzio apostolico commenta: «È un triste anniversario, anzitutto perché la guerra non è ancora terminata e inoltre perché da un paio di anni a questa parte la Siria sembra essere sparita dai radar dei media. Quella siriana rimane tuttora la più grave catastrofe umanitaria provocata dall’uomo, dopo la fine della Seconda guerra mondiale. In Siria scarseggia il pane e ora, con la guerra in Ucraina, anche la farina, oltre ad altri beni di prima necessità. Per di più, le sanzioni pesano su tutto questo. I due terzi dei cristiani hanno lasciato il Paese». Il Libano ha accolto 600mila palestinesi e 1,2 milioni di siriani.

A Beirut e dintorni l’inflazione ha raggiunto il 239,69% rispetto all’anno precedente, ma è del 483% per cibi e bevande. Il prezzo del latte è alle stelle, 24 uova prima della crisi costavano 3.500 lire libanesi, ora ne costano 120.000. Secondo il Programma Alimentare Mondiale il 35% dei libanesi è ormai severely deprived, cioè “affamato”. Un dollaro valeva 1.500 lire libanesi, mentre oggi sul mercato informale, circa 22.000.

La nostra associazione “Oui pour la Vie” porta avanti la “cucina” di Damour, a questa si aggiungono, nella nostra nuova sede, l’ambulatorio per i test sanitari, il centro di ascolto per le medicine e la scuola per ragazzi analfabeti di ogni provenienza e appartenenza, per la maggior parte ora profughi siriani. Si chiedono sempre a tutti aiuti e pubblicità.

I giardini del nostro paese sono stati trasformati in orti e molto spesso una parte di essi è riservata alle galline. Non mancano mai tuttavia persone che offrono ortaggi e uova alla nostra cucina, per aiutare i più poveri. La fattura elettrica delle famiglie prende tutto lo stipendio e le città di notte sono al buio, infatti abbiamo solo due ore di corrente elettrica al giorno. Amira, una signora che aveva ricevuto da noi qualche candela per la sera, ne ha regalata qualcuna alla famiglia vicina che ne era rimasta senza.

Sleimen, un volontario della nostra cucina, diceva che, donare il tempo aiuta a non perdere mai il sorriso e la speranza davanti ai figli, anche quando il cibo manca. Samar, una responsabile di “Oui pour la Vie”, è la direttrice della scuola superiore di Damour. Con tanto impegno e cuore ha cercato sempre di portare lo spirito di servizio e di amore per i ragazzi poveri anche nel suo luogo di lavoro, creando un clima di vera fraternità con i colleghi e le famiglie. Nonostante i continui scioperi degli insegnanti in segno di protesta per il loro stipendio, veramente insignificante davanti alla crisi economica, la scuola ha promosso iniziative gratuite di collaborazione tra docenti e famiglie per sistemare il giardino, piantare ortaggi per regalare merende ai ragazzi, animare ugualmente le pause scolastiche con giochi e rappresentazioni teatrali alle quali tutti hanno partecipato con grande soddisfazione e allegria.