Una sorprendente presenza di fedeli

La storia di Vedana continua

Il vescovo diocesano instaura formalmente la clausura monastica

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Una giornata storica, che i presenti non dimenticheranno. Certo, la lunghissima celebrazione, di oltre tre ore, nel primo caldo di questa estate, ha provato la resistenza dei fedeli, stipati in ogni luogo della Certosa di Vedana, da dove hanno potuto seguire la celebrazione, soltanto grazie ai megaschermi. Eppure, come ha sottolineato con emozione il Sindaco di Sospirolo alla fine del rito, è stata una giornata storica.

La processione
Il rito è iniziato nella vicina chiesa di san Gottardo, da cui si è mossa la processione. Dietro alla croce le due novizie Anna e Marina, poi la file delle monache, una trentina di preti, il procuratore dell’ordine dei Certosini, e i due vescovi: mons. José Carballo, segretario della Congregazione dei religiosi, e il vescovo Renato. Dietro a loro una folla: gente di Sospirolo, della forania di Sedico, gente proveniente da Zara in Croazia, parenti e amici di Marina, e alcuni parenti dell’altra professa, Anna, provenienti dal Messico. Tutti uniti nel camminare e nell’unirsi alle litanie dei santi, in cui ricorrevano i nomi dei maggiori santi della storia del monachesimo.

Celebrazione in lingue
L’universalità e la varietà del rito si è avvertita da subito nell’inflessione dei primi due discorsi, tenuti dalla presidente della federazione delle monache e dal procuratore dei Certosini, suggellati nella consegna delle chiavi della Certosa. La vita monastica iniziata a Vedana nel 15mo secolo vive ora questo passaggio di testimone. Il carisma certosino continua altrove la sua missione, ma a Vedana la vita monastica rimane con la presenza delle Adoratrici Perpetue del Ss.mo Sacramento, che assicurano alla Chiesa intera – e anche a quella di Belluno-Feltre – il sostegno della preghiera. In questo si fanno «sorelle e madri», come hanno evidenziato entrambi i vescovi presenti. Come ha evidenziato il procuratore dei certonsini, il carisma è differente, ma l’esperienza monastica si volgerà come una comune vocazione, come «due facce dello stesso diamante». Pluralità di lingue nella preghiera dei fedeli, cantate in italiano, in croato e in castigliano. La pluralità si è avvertita anche nei canti: al tenue e adorante incedere del gregoriano, eseguito dalle monache, si sono qua e là aggiunti i tipici canti della tradizione neocatecumenale – ritmati da chitarre e dal battito delle mani –  e del Rinnovamento nello Spirito, a cui alcune delle monache sono legate.

L’omelia
Mons. Carballo, che già all’inizio della celebrazione aveva portato il personale saluto di papa Francesco, incontrato venerdì mattina, dopo il Vangelo ha consegnato alle monache e ai presenti tre parole: la gratitudine per la ripresa della vita monastica a Vedana; ha additato l’innamoramento come radice dell’impegno di consacrazione; e infine la fedeltà all’impegno, che può non essere compresa da tutti, ma resta un segno nella Chiesa.

La professione di due monache
Le due novizie, presentate al celebrante prima dell’omelia, hanno pubblicamente assunto gli impegni della vita monastica, sottoscrivendo sull’altare i propri voti. Poi il suggestivo rito della vestizione con lo scapolare e il velo monacale. La tradizione monastica prevede ancora il cambio del nome: Anna si chiamerà “Maria Cecilia del Preziosissimo Sangue”; Marina si chiamerà “Maria Noemi Cristo Re”.

La clausura
Prima della benedizione il vescovo Renato ha portato il saluto della Chiesa locale alle monache, sottolineando l’affetto e la sorprendente presenza di popolo a questo momento. Quindi, in quanto vescovo titolare, ha letto il decreto di erezione della clausura che formalmente sancisce la ripresa della vita monastica a Vedana.

Il Sindaco di Sospirolo
Sentito e commosso il saluto da parte del Sindaco di Sospirolo, Mario De Bon, che ha dato voce a tutto l’affetto che la popolazione del Comune riserva alle suore. «Anche se la porta è chiusa, a noi basta che voi ci siate!». Gratitudine è stata espressa anche da un gruppo di laici legati alle monache.

 

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