La veglia di Pentecoste per i giovani

«Il tempo di uno sguardo»

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Ancora on line, per evitare assembramenti, la veglia di Pentecoste per i giovani della diocesi. La sera di sabato 30 maggio, una videoconferenza per ascoltare, tra gli altri, don Augusto Antoniol, ha coinvolto i giovani, che poi sono rimasti collegati in piattaforma. Altri poi, una quarantina di persone, si sono linkate alla pagina Facebook dell’Amico del Popolo per seguire la celebrazione, presieduta dal vescovo Renato nella cappella «San Martino» del Centro diocesano «Giovanni XXIII».

Le videoconferenze e le lezioni on line per i giovani hanno richiesto un coinvolgimento, e talvolta un sovraffaticamento, di uno dei cinque sensi: la vista. Sul tema «Il tempo di uno sguardo» – voluto il gioco di parole tra la brevità temporale, a cui di solito si riferisce quest’espressione, e il tempo dilatato della pandemia – la veglia ha ricevuto un imprinting da una ragazza non vedente. Claudia, di Agordo, che ha dei colori solo un pallido ricordo d’infanzia, ma che non ha mai visto il volto di una persona, ha detto nel suo intervento «in questo momento si può vedere con il cuore». E ha raccontato: «Mi è capitato con altri di fare un giro in un paese che non conoscevo; strada dopo strada siamo tornati nella piazza da cui eravamo partiti. Gli altri mi han chiesto come avevo fatto ad accorgermi che eravamo tornati al punto di partenza, una piazza: avevo sentito l’aria più mossa, rispetto alle vie strette, e avevo sentito il rumore della fontana; chi ci vedeva non aveva colto questo particolare, ossia che in piazza c’era una fontana». Questo per dire che gli occhi si soffermano sugli aspetti più superficiali e non sono capaci, talvolta, di immergersi nella profondità della realtà.

Claudia è stata ringraziata, anche per la lettura di un brano della Parola di Dio in braille, dal vescovo Renato: «vedere con il cuore vuol dire avere uno sguardo d’amore, perché allora lo sguardo sarà diverso e apparirà con qualcosa che non mi sarei mai aspettato… Lo sguardo del cuore sa cogliere l’inedito e la profondità dell’altro». Una giovane ha letto il Vangelo. E il Vescovo ha ancora commentato: «Questo vedere con occhi diversi e con il cuore, mi par di capire con le parole di Gesù, è lo sguardo che dobbiamo coltivare in noi, che impegna la nostra libertà e la nostra responsabilità».

don Giuseppe Bratti