L’affresco di Vico Calabrò

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Nella bellezza ispiratrice del messaggio cristiano l’antico si incontra felicemente con l’attuale. Oggi, prima di accedere al sontuoso androne del Museo Diocesano d’arte sacra, il visitatore si sofferma all’esterno ad ammirare il capitello col bell’affresco di Vito Calabrò dedicato ai santi protettori di Feltre e di Belluno. Un dipinto in cui si stagliano figure radiose avvolte da una luce calda impreziosita dai colori brillanti degli abiti e dal biancore della colomba, simbolo dello Spirito Santo. Un’immagine che sembra tanto lontana dalla figura austera del San Prosdocimo seicentesco che domina in una parete del salone di ingresso al museo. In realtà personaggi che provengono dalla stessa matrice, che colgono due momenti della storia cristiana e della vita religiosa del territorio. Da un lato il vescovo padovano che nella cornice di una chiesa barocca battezza la città di Feltre, dall’altro i santi Vittore, Corona e Martino, coronati d’aureola, e pur sempre vigili e protettivi verso le città loro consacrate. Il capitello, realizzato da Vittorio De Cian, si offre all’occhio del visitatore in più direzioni ben integrandosi nell’ampio piazzale. L’arco architettonico, che incornicia le figure, si armonizza col movimento semicircolare del cavallo e con le ali spiegate ad ampio raggio della colomba. Questo particolare è stato il punto d’avvio della cerimonia di benedizione impartita da monsignor Lino Mottes nella mattinata di sabato 12 maggio, come atto conclusivo dopo l’inaugurazione del museo nella giornata di venerdì. Un arco ideale congiunge le figure dei santi all’esterno e all’interno, la cittadella feltrina col santuario dei santi Vittore e Corona, la cattedrale dell’antica diocesi feltrina con la chiesa di San Martino a Belluno. Una linea del cielo che segna l’unione tra le città di Feltre e Belluno, un punto di incontro tra gli inizi del cristianesimo e la realtà presente. Nella preghiera di benedizione monsignor Mottes ha ricordato che le figure dei santi, fedeli seguaci di Cristo in vita e in morte, continuano dal cielo a intercedere e a vegliare sul cammino di fede della diocesi di Belluno – Feltre.

La cerimonia si è conclusa con il richiamo a due passi biblici di particolare intensità espressiva, tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento. Nel Cantico dei cantici la colomba, “bella come la luna, splendente come il sole, stupenda come un esercito a vessilli spiegati”, è l’immagine dello Spirito di pace che si innalza verso il cielo; dall’altro lato l’apostolo Matteo ricorda che il regno dei cieli si apre a tutti coloro che operano nella misericordia, nella giustizia e nella pace. Solo nell’amore che si dona si accede alla beatitudine della città celeste.

Enrica Bazzali