L’icona del Buon Samaritano

L'olio della consolazione e il vino della speranza al centro dei "Giorni del presbiterio" a Borca, 14-17 settembre

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Dopo la pausa forzata del 2020 – causa pandemia – è ripresa quest’anno la tradizione del “Convegno del clero” della Chiesa di Belluno-Feltre, ribattezzato “Giorni del presbiterio”: un momento di formazione, di aggiornamento, di incontro, di amicizia, di distensione, di fraternità, di sinodalità e di spiritualità per i preti e i diaconi della nostra diocesi. L’evento, organizzato dall’equipe formazione del consiglio presbiterale diocesano, si è svolto dal 14 al 17 settembre e ha raccolto una quarantina di preti e diaconi. Anche il vescovo Renato ha fatto presenza fissa. Luogo dell’incontro è stato il Park Hotel des Dolomites a Borca di Cadore, immerso nel verde delle nostre montagne.

Il titolo – “Olio della consolazione e vino della speranza” – è desunto da un prefazio costruito intorno all’icona evangelica del “Buon samaritano” (cfr. Lc 20,25-37). Proprio questo brano ha fatto da guida ai lavori del convegno. Il primo giorno i presenti si sono fatti condurre dall’esperta d’arte Cristina Falsarella, della diocesi di Vittorio Veneto, a scoprire come alcuni pittori più o meno noti hanno affrontato il soggetto nel corso dei secoli.

Il secondo giorno, invece, gli ospiti sono stati l’attore Stefano Fregni e la biblista Rosanna Virgili. Il primo ha simulato un “gioco di ruolo” sul tema della relazione d’aiuto, attività che ha stimolato molte interessanti riflessioni. La seconda, proponendo la sua lettura del brano, ha insistito sul fatto che il nostro incontro con il Dio di Gesù Cristo è inserito in un “percorso” e in una storia in cui anche la salvezza più improbabile può divenire realtà. L’importante è proprio aprirsi alla novità e “mettersi in cammino”.

Nella celebrazione eucaristica della sera del secondo giorno è avvenuto anche lo scoprimento dell’icona del Buon Samaritano, “scritta” per la nostra diocesi da suor Elena Manganella, del monastero di Pennabilli (Rimini), e dedicata al compianto don Francesco Silvestri che, prima di essere vinto dalla malattia, tanto si era speso per la formazione permanente del presbiterio. Grande la commozione suscitata in tutti i presenti.

Il terzo giorno è stata la volta del teologo trentino Leonardo Paris, che con grande acume ci ha portato a cogliere come dietro alla parabola del Buon Samaritano si nasconda un’importante pista teologica secondo cui l’apice dell’amore non si ha unicamente nella donazione gratuita, come finora concepito, ma nella reciprocità della relazione: non solo l’essere umano ha bisogno di Dio, ma anche Dio ha bisogno dell’essere umano. Di qui dovrebbe discendere anche una concezione di Chiesa meno paternalistico/verticistica e più fraternalistico/sinodale.

L’ultimo giorno è intervenuto Marco Loffredi, della comunità “Nuovi orizzonti”, che ci ha offerto la sua sorprendente testimonianza di “guaritore ferito”. Il vescovo, poi, ha fatto sintesi delle giornate e le ha raccordate con il cammino attuale della Chiesa diocesana e universale, decisamente sbilanciato nella direzione evangelica della fraternità e della sinodalità. Non è mancata la preoccupazione di rendere partecipe tutto il presbiterio, anche quello che per vari motivi non ha potuto essere presente, della ricchezza vissuta nei giorni di Borca, ricordando che «quando ci si mette in gioco, allora accade qualcosa».

don Giancarlo Gasperin