Celebrata in diocesi la 108ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

Nessuno è lontano dal cuore di Dio

La testimonianza di una rifugiata ucraina; la gioia di una coppia camerunense che si è sentita accolta

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Domenica 25 settembre è stata celebrata in diocesi la 108ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Immigrati di diversa provenienza si sono ritrovati insieme a tanti bellunesi per l’Eucaristia vespertina nella chiesa di Cavarzano, in una atmosfera di vera comunione e fraternità.

Don Graziano Dalla Caneva, che ha presieduto la celebrazione – cui hanno partecipato anche don Yuriy Khodan, cappellano della comunità ucraina e don Augusto Antoniol, direttore dell’ufficio missionario – ha letto il messaggio del vescovo Renato Marangoni, impossibilitato a partecipare per altri impegni. Il Vescovo, riprendendo alcuni passaggi del messaggio di Papa Francesco, ha sottolineato come per «costruire il futuro con i migranti e i rifugiati», tema scelto per la Giornata, dobbiamo riconoscerci tutti “migranti” e “rifugiati” nell’avventura e nel mistero della vita, invitando a mantenere viva la speranza: «Non perdiamoci d’animo, dunque, neppure di fronte a tante ingiustizie con cui possiamo scontrarci. Continuiamo a lavorare per l’opera di Dio, per la Nuova Gerusalemme, che è la dimora di Dio con tutti i popoli. Ogni migrante, ogni rifugiato è una risorsa di futuro e di promessa». Il diacono Francesco D’Alfonso, direttore della Caritas diocesana e referente Migrantes, ha richiamato nell’omelia la necessità di combattere l’indifferenza, quella che nella parabola del Vangelo del giorno impediva al ricco di accorgersi della presenza del povero Lazzaro alla sua porta: nessuno è lontano dal cuore di Dio, il quale conosce le storie, le sofferenze e le attese di ciascuno.

Il coro dei Cherubini, della comunità camerunense, e il coro delle famiglie della parrocchia di Cavarzano hanno animato la celebrazione con i canti, insieme alla comunità filippina. Nella preghiera dei fedeli sono state presentate intenzioni nelle lingue delle diverse comunità. Al termine della celebrazione due testimonianze hanno toccato l’assemblea: una rifugiata ucraina ha ricordato il dramma della guerra, che ha costretto circa sette milioni di connazionali, in gran parte donne e bambini, a cercare protezione in molti Paesi europei, tra cui l’Italia, e una coppia camerunense, sposatasi di recente, ha espresso la gioia di sentirsi accolta e integrata nella comunità bellunese. Dopo la Messa si è tenuto un rinfresco nei locali della parrocchia. La festosità dell’incontro ha mostrato un riflesso di quello che è, secondo le parole del Papa, il progetto di Dio per i rapporti tra i popoli: la fraternità e l’inclusione.

Francesco D’Alfonso