ESPERIENZE - Oltre 20 bellunesi si recheranno in Missione a contatto con i Missionari e la loro gente

Nostri giovani in Romania, Costa d’Avorio, Thailandia e Messico

Entreranno in relazione con persone del luogo, per comprenderne stili di vita, problemi, motivi di gioia…

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Prossime esperienze in Missione

Anche quest’estate alcuni nostri giovani partiranno per un’esperienza in Missione, accompagnati dal nostro Ufficio Missionario Diocesano. A fine giugno, 7 persone si recheranno in Romania, per due settimane. A fine luglio, 8 persone partiranno per la Costa d’Avorio, accompagnate da don Augusto Antoniol già missionario in quel Paese, e vi rimarranno due settimane e mezza. I primi di agosto, 4 persone  prenderanno il volo per la Thailandia, ospiti per tre settimane del nostro Fidei Donum don Bruno Soppelsa e i suoi confratelli missionari del Triveneto. Sempre in agosto, 4 persone si recheranno in Messico, presso nostre amiche missionarie per tre settimane. Oltre a queste mete “ufficiali”, altre persone ancora vivranno singolarmente delle esperienze in Missione.

Il percorso di preparazione

Questi viaggi s’inseriscono in una proposta che il nostro Ufficio Missionario porta  avanti da vari anni, rivolta specialmente ai giovani bellunesi e feltrini: vivere un’esperienza in Missione, ospiti di amici missionari.

Secondo gli organizzatori del “Corso partenti” che prepara ad affrontare queste esperienze in Missione, «partire significa poter vedere dall’interno una realtà differente dalla nostra, apprezzare la diversità, conoscere di più altri ma anche se stessi, diventare cittadini del mondo… e non solo, anche perché ciascuno ha le sue proprie motivazioni… E’ un’esperienza di conoscenza e di condivisione. Ospiti di un missionario, si entra in relazione con le persone del luogo, per comprenderne lo stile di vita, i problemi e i motivi di gioia…»

Il Corso si divide in tre momenti, ugualmente importanti: la preparazione, l’esperienza sul campo, il ritorno. Il percorso di preparazione, che si svolge in autunno e in inverno, prevede varie attività, tempi di confronto, riflessioni, testimonianze e momenti di convivialità.  L’esperienza in missione, per chi riesce a partire, prevede l’ospitalità all’interno di realtà missionarie, in continenti lontani, ma anche vicino a noi (come in Romania o in Albania o anche in Italia).  Il ritorno, per gli organizzatori, è altrettanto rilevante, perché l’esperienza sia completa, per cui sono previsti alcuni incontri per rileggere le situazioni vissute, al fine di capire un po’ di più il mondo ma anche se stessi e trovare spunti d’impegno per la quotidianità.

In preparazione al viaggio in Romania e altre riflessioni

Il segretario del nostro Ufficio Missionario, Jose Soccal, racconta alcuni fatti e alcune emozioni legati all’iniziativa quaresimale “Un pane per amor di Dio” e alla preparazione a uno dei viaggi che si compiranno a breve, quello in Romania.

Scriveva Soccal qualche settimana fa: «Fuori piove e il freddo pungente entra dal finestrino che è leggermente aperto. Non riesco a vedere le montagne, perché le nuvole sono basse, ma la temperatura m’induce a pensare che in alto stia nevicando.

“My baby don’t care for shows, my baby don’t care for clothes, my baby just cares for me…”

Questa canzone mi accompagna con le sonorità di un tempo che non c’è più, ma che mi mette tranquillità. E’ bello abitare in periferia (in Alpago), perché il ritorno a casa diventa un momento tutto tuo, libero dalle incombenze quotidiane e così in quella mezz’ora di automobile ricordo le cose che mi sono capitate durante la giornata.

Ripenso i volti delle persone che ho incontrato, i loro sorrisi; le loro richieste e le loro preoccupazioni diventano un po’ mie. Sul sedile del passeggero una borsa di carta contiene tante piccole scatolette-salvadanai da consegnare alla parrocchia di Cadola.

I bambini di quella zona, durante la Quaresima, le riempiranno con le loro piccole rinunce. Le avevo utilizzate anch’io da bambino, e mi sembra di sentire ancora le parole della catechista che ci diceva: “Mi raccomando, non riempitela l’ultimo giorno chiedendo i soldi alla mamma, ma mettete una moneta rinunciando a qualcosa della vostra paghetta”. Normalmente però, erano talmente poche le monete prima della consegna, che di solito chiedevo alla mamma un aiuto, con quel senso di vergogna che solo un bambino po’ avere.

Ripenso a quella volta che mio nipote di circa 4 anni chiese ai genitori di poterla riempire con i soldi che aveva nel suo salvadanaio personale. Lo aprì e un gruzzolo di monete e carta si distribuirono sul tavolo. Guardò i genitori e chiese loro la differenza tra le monete rosse, quelle gialle, quelle bicolore e cosa fossero invece i pezzi di carta. Davanti alla risposta, prese i soldi di carta e con lo stupore dei genitori li mise nella scatoletta di carta.

Che bello che è guidare e ascoltare musica! Un paio di automobili mi superano e mi dispiace un po’ per loro, probabilmente avranno fretta di concludere qualcosa prima di coccolarsi nei loro pensieri.

Ripenso agli amici di Pollicino, è sempre bello andare da loro, ti senti un po’ a casa. Oggi siamo andati a trovarli, un po’ per concordare la partenza di alcuni giovani per la Romania e per consegnare un assegno di 2.000 euro. Abbiamo loro raccontato l’origine di questo denaro, di come non fosse solo la somma di monete gialle e rosse, ma di tante manine che hanno messo queste monete nella cassettina di cartone “Un pane per amor di Dio”.

My baby don’t care for shows, my baby don’t care for clothes, my baby just cares for me…” (Il mio bambino non si preoccupa per gli spettacoli, il mio bambino non si preoccupa per i vestiti, il mio bambino si prende solo cura di me)… continua a cantare Nina Simone e forse è proprio cosi: a volte sono proprio bambini che si prendono cura degli adulti, risvegliando quel bambino che tutti noi siamo stati.

Edieffe  – Jose Soccal