Valore ecclesiale del nuovo libro liturgico

“Nuovo Messale”: non solo il cambio di un libro

Una grande opportunità offerta alle nostre parrocchie

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Valore ecclesiale del Messale

L’attesa, talora impaziente per l’uso della nuova edizione del Messale Romano nella struttura conseguente al Concilio Vaticano II, non può ridursi al cambio di un libro. Si lascia nell’apposito armadio la seconda edizione del libro liturgico (non va buttata…) e si incomincia a utilizzare la nuova edizione, la terza finalmente arrivata nelle nostre parrocchie. La curiosità in riferimento alle novità potrebbe essere uno degli elementi più significativi di questo “incontro”. Sarebbe ben poca cosa, rispetto anche solo all’impegno e al “lavoro” di chi si è fatto carico di realizzare questa terza edizione. Ricordiamo che il rinnovato Messale post-conciliare è stato consegnato alla Chiesa italiana nel 1973.

Uno dei frutti di questo momento potrebbe essere quello di riscoprire e di riflettere sul valore ecclesiale del Messale nella vita della Chiesa, delle comunità cristiane. È un valore che accompagna la storia celebrativa di tutta la Chiesa Cattolica, nel nostro caso di Rito romano latino.

Non solo il cambio di un libro

Quella che viene offerta alle nostre comunità è una grande opportunità. Il nostro Vescovo richiama questo evento a cristiani e comunità nel testo degli Orientamenti pastorali dell’iniziato anno pastorale. Alla fine del paragrafo 6, che ha come titolo “Liturgia”, troviamo una precisa indicazione: «La pubblicazione del Messale Romano (nella terza edizione) ci impegnerà in alcune iniziative di formazione per “valorizzare la conoscenza e il buon utilizzo del libro liturgico». Singoli, sacerdoti e laici, all’interno delle Comunità parrocchiali o dei gruppi di formazione nelle diverse modulazioni, cercheranno di attuare questo approfondimento con modalità e strumenti opportuni. L’appuntamento del 29 novembre sarà così ben preparato.

Libro di tutta la comunità cristiana

Il Messale, libro apparentemente lontano dai fedeli perché materialmente usato solo dai preti celebranti e perché collocato durante la celebrazione sull’altare o alla sede presidenziale, può e deve diventare libro riferimento di tutta l’assemblea che partecipa alla santa Messa. L’impegno di riscoperta e valorizzazione che qualche decennio fa, dopo il Concilio Vaticano II, è stato rivolto alla Parola di Dio e quindi al libro liturgico chiamato “Lezionario”, va ora più intensamente indirizzato anche sul Messale. Non si tratta solo di cambiare un libro, di cogliere cambiamenti di testi o di qualche parola, magari con un po’ di curiosità. Si tratta, soprattutto, di scoprire il valore di un libro che nella storia della Chiesa ha rappresentato il riferimento assoluto della sua preghiera ufficiale, quella liturgica, che sgorga dalla fede, alimentata dalla Parola di Dio. Si tratta di capire che questo libro è stato nei secoli guida, riferimento e anche regola della azione liturgica di tutta la Chiesa e di tutte le comunità celebranti. Di scoprire un tesoro che nei secoli si è progressivamente arricchito di testi, ma che è sempre stato la bussola che guidava e dava contenuto e forma alla preghiera della comunità. Non è il libro dei preti, ma è il libro della Chiesa che prega, con Cristo, il Padre nello Spirito Santo. La coscienza profonda che “Chiesa” sono tutti i battezzati, presbiteri (o sacerdoti) e laici, farà guardare con prospettiva nuova o con cuore più ardente al rinnovato libro messo nelle nostre mani e offerto alla nostra manifestazione celebrativa della fede.

Formazione liturgica delle comunità che celebrano

Accanto alla conoscenza delle verità della fede, unita all’insistenza sulla azione di carità concreta alla quale ogni cristiano è chiamato, la formazione liturgica dei fedeli della Comunità cristiana è una esigenza ineluttabile al giorno d’oggi. Non si tratta di invitare i fedeli a creare liturgie estemporanee, ma di comprendere nel solco della storia le trasformazioni che si sono attuate e la “regola celebrativa” che viene indicata. Da quella sera del «Fate questo in memoria di me» alla odierna fatica di apprezzare il rito come oggi è strutturato, la Chiesa è chiamata a vivere intensamente, comprendendoli nel loro significato e nel loro valore gesti e preghiere che il Messale ci consegna. È per l’oggi celebrativo della nostra fede cristiana, punto di arrivo di un percorso che solca i secoli: passato, presente e futuro

La fatica di capire e gustare, per qualcuno anche di accettare, questo “ordinamento”, ci fa collocare nel solco della storia nel quale noi siamo chiamati ad entrare, per riceverla come dono da apprezzare, da arricchire, da consegnare come realtà per i futuri credenti. Il percorso non è stato sempre lineare, non sono mancati stravolgimenti ed ostacoli, ma ai cristiani d’oggi il compito di cogliere il valore di un segno, la celebrazione eucaristica, che ha accompagnato e caratterizzato fin dal tempo apostolico la comunità dei credenti in Cristo. Sulle modalità possibili per questa “formazione liturgica” sicuramente ci saranno approfondimenti e proposte concrete.

Giuliano Follin