La messa del giorno nella Concattedrale di Feltre e in Cattedrale a Belluno

Perché dovremmo annunciare buone notizie?

«...farci sentinelle che prestano la loro voce per annunciare che il Signore consola il suo popolo»

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«In questo giorno di nascita siamo invitati a cogliere e a riconoscere la portata universale di quanto celebriamo». Così il vescovo Renato ha iniziato la sua omelia nella Messa del giorno di Natale, che ha presieduto questa mattina nella Concattedrale di Feltre e a sera nella Cattedrale di Belluno. Una portata universale – ha spiegato monsignor Marangoni – che è confermata dalle parole del profeta Isaia (che erano appena state lette) quando dice «Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio», e anche da quelle del salmo: «Acclami il Signore tutta la terra».

«Sembra staccarsi dal nostro vivere questa parola che abbiamo proclamato», ha poi fatto presente il Vescovo, osservando che forse noi siamo rimasti altrove rispetto a queste parole, presi dentro la morsa di questa stagione che ha provocato paure, che ci ha posti un un’ulteriore novità fatta di impotenza e fragilità; abbiamo sperimentato malattia e morte e questo ci ha feriti interiormente.

«Perché oggi dovremo esultare o salire sui monti e annunciare buone notizie?» si è chiesto il Vescovo. E ha risposto: c’è una storia umile, conosciuta solo nelle tenebre della notte, che appare solo ai pastori: «Troverete un bambino avvolto in fasce deposto in una mangiatoia». Un annuncio che il Vescovo ha definito per noi sorprendente e, per aiutare a comprenderlo, ha citato una riflessione sul Natale, in cui si invita a rendere grazie alla fede cristiana per aver scelto una nascita, per avere il presepe che incarna la vita, perché da questa storia umile e semplice si può attingere un’enorme consolazione.

L’annuncio della nascita di Gesù è atteso – ha continuato il Vescovo – perché tutto è stato fatto per mezzo di Lui e Lui è la luce del mondo che ha vinto le tenebre, come ha scritto l’evangelista Giovanni.

Sorpresi e stupiti da tale annuncio di salvezza – ha concluso monsignor Marangoni – aiutiamoci a diventare quelle sentinelle che prestano la loro voce per annunciare che il Signore consola il suo popolo. Possiamo cominciare da quella nascita. La venuta del Salvatore è l’evento che rende la vita umana sacra e che ci ricorda che ogni morte non è mai anonima, ma è morte sacra, a partire dal Bambino. Questo è un Natale nuovo per ciascuno di noi, per tutti noi. [C.A.]

 

Leggi l’omelia del Vescovo nel giorno di Natale