21.ma domenica del tempo ordinario - Anno A

Pietro, tu sei roccia

a cura di un parroco di montagna

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In questa domenica e nella prossima ci troviamo sul punto di svolta del vangelo di Matteo. Come quando si giunge al punto chiave di una via alpinistica: o si va avanti o si torna indietro. Come al punto di un viaggio in cui far molta attenzione ai segnali se si vuol arrivare alla meta.

È in gioco la fede vera contro la fede apparente, la fede rivelata e donata dal Padre contro una fede ispirata «dalla carne e dal sangue»: cioè una religione umana e alla fine pure pagana.

Vediamo di che cosa si tratta… Gesù prende l’iniziativa e interroga i suoi su quanto si dice in giro di lui. Che cosa dice la gente e che cosa pensano loro?

Per spiegare l’insegnamento e l’opera di Gesù, la gente ricorre a figure note del passato: Giov.Battista (era fresco il ricordo!), o un profeta al pari dei più grandi: Elia, Geremia… Si vede che la gente coglie in qualche modo la grandezza di Gesù, ma non ne coglie l’unicità e l’originalità.

Gesù Cristo non è spiegabile ricorrendo a figure già note. Gesù è percepito come Messia e Figlio di Dio solo per un dono del Padre. La comprensione umana (quella della carne e del sangue) non ci arriverebbe. La luce che viene da Dio fa comprendere il mistero profondo di Gesù, altrimenti si rischia sempre di ricadere nella logica degli uomini.

Si deve non solo rinunciare a paragonare Gesù ai grandi profeti del passato, ma si deve anche modificare l’idea comune di Dio che è in circolazione.

Pietro ha dichiarato la divinità di Cristo, ma non sa ancora neanche lui che sarà un Cristo sofferente e crocifisso. Si può proclamare che Gesù è Dio e tuttavia non accorgersi che egli è un Dio diverso.

Pietro, tu sei roccia sulla quale edificherò la mia Chiesa. Matteo è interessato non solo a Cristo, ma anche alla Chiesa (la Chiesa appartiene a Cristo, è “sua”).

La costruzione della Chiesa è fondata sulla roccia, eppure poggia sulla fragilità degli uomini. È una stabilità tormentata e non tranquilla, come in zona sismica.

Non si tratta solo di nemici esterni: all’interno della Chiesa si troveranno sempre i peccatori. Per questo infatti la Chiesa ha bisogno di “legare e sciogliere”.

Continua il peccato e deve perciò continuare il perdono. Pietro dovrà sempre legare e sciogliere sia all’interno che all’esterno della Chiesa.

Sono tre i simboli che appartengono a Pietro: roccia, chiavi, legare e sciogliere.

Roccia: perché Pietro tiene salda la Chiesa come custode della Parola di Dio che unisce e consolida, tutto il contrario della sabbia come fondamento. Chiavi: vera e piena autorità. Legare e sciogliere: proibire e permettere, separare e perdonare. Questi titoli attribuiti a Pietro appartengono al Messia: è Cristo il vero Signore della Chiesa.

Pietro è immagine di Cristo (e quindi la sua autorità è piena e indiscussa), ma siccome il Vangelo non tace della debolezza di Pietro, e fa seguire il rimprovero di Gesù per l’incomprensione dopo l’elogio e l’incarico, Pietro ha autorità solo vicaria: è vicario di Cristo.

La sua autorità vicaria è sostenuta tutta dalla grazia che contrasta la debolezza umana. Da una parte Pietro resta il punto di riferimento, dall’altra resta uomo debole ma sostenuto dalla forza di Dio.

E Francesco ripete: Per favore, non dimenticatevi di pregare per me!