Nella sala Oasi sabato 20 ottobre

Pieve di Cadore: quinta assemblea dei consigli pastorali

Sinodalità anche nell'organizzazione dell'incontro

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Una sala superaffollata nel pomeriggio di sabato 20 ottobre a Pieve di Cadore per la quinta assemblea dei Consigli pastorali parrocchiali. Presenti quasi tutti i nuovi consigli delle foranie del Cadore-Comelico-Ampezzo.
Dopo l’ascolto del Vangelo della chiamata e della missione dei dodici, che ricorda come ciascuno di noi sia chiamato per nome perché insieme possiamo contribuire a portare il  volto del Signore nel mondo, vengono richiamate le linee guida degli Orientamenti pastorali elaborati dal Vescovo insieme al Consiglio Pastorale Diocesano.
Orientamenti che dovrebbero essere presi in mano da ogni Consiglio parrocchiale per essere poi tradotti nella propria realtà. La domanda da porsi è “Che cosa il Signore chiede oggi alla nostra comunità? Cosa va curato e promosso nella nostra comunità a partire dagli Orientamenti pastorali?”. I consiglieri sono quindi chiamati ad un discernimento comunitario per il bene della comunità.
Molto significativo l’intervento di Gaia e Andrea, due giovani che hanno partecipato al pellegrinaggio diocesano a piedi in Toscana per arrivare a Roma ad incontrare il Papa. Si percepiva chiaramente la gioia e la soddisfazione per l’esperienza fatta insieme. Una grande occasione di crescita e maturazione personale attraverso i piccoli gesti e la cura delle relazioni.
I gruppi di lavoro hanno poi permesso a tutti di esprimere le proprie preoccupazioni e anche le speranze e i punti di forza. Tra le preoccupazioni sono emerse la paura di non essere all’altezza del compito, l’inesperienza, il non sapere cosa fare,  le difficoltà nel fare comunione dentro al gruppo. Tra i punti di forza sono stati sottolineati la speranza nel Signore, il sentirsi gruppo, la preghiera, la fede, la volontà di essere collaborativi.
Infine il Vescovo, dopo aver spiegato qual è la mission del Consiglio parrocchiale e come impostare un incontro, ha ringraziato tutti i presenti invitando a vivere questo servizio con amore e passione per essere contagiosi. Ha aggiunto infine che è bene non sentirsi adeguati e all’altezza, perché questo è lo spirito giusto.
Mi preme aggiungere il mio vissuto personale rispetto alla richiesta che mi era stata fatta di occuparmi di alcuni aspetti dell’organizzazione di questo incontro. Inizialmente ero preoccupata per le tante cose a cui pensare poi, facendo appello a quello spirito sinodale di cui tanto parla il nostro Vescovo Renato, ho contattato amiche e amici che potevano aiutarmi, mettendo a frutto i loro talenti. Ho vissuto un momento di vera comunione e condivisione, che è il risultato del coraggio di chiedere, della cura dell’ascolto, della pazienza dell’attesa  e tanto altro.  Camminando insieme tutto è più semplice e più bello.

Margherita Baldovin