Nella concattedrale di Feltre

Più forte della morte è stato l’amore

Dall'omelia del Vescovo nella domenica di Risurrezione

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… Oggi la Liturgia ci fa indugiare nei primi istanti di quel primo giorno della settimana, dopo la sepoltura del corpo di Gesù. Sembra introdurci con gradualità al mistero della Pasqua […] respiriamo l’imbarazzo di quelle prime ore del nuovo giorno. Potremmo riconoscere in questo smarrimento un filo sottile, marginale e delicato, che collega la vicenda di Gesù e dei discepoli. È un legame che non molla. In esso è inciso quanto nel Cantico dei Cantici è enunciato: «Forte come la morte è l’amore!».

Ed ecco, con Gesù condannato e crocifisso succede l’inaudito: l’amore non si è spento, non è stato soppresso, ma si è fatto piccolo e penetrante fino ad entrare nel sepolcro dove avrebbe dovuto regnare la morte. Nel buio più profondo Gesù raccoglie ogni fiamma d’amore, la alimenta, toglie le forze del male che potrebbero spegnerla. Con essa egli riaccende tutta quanta la vita e la storia, anche i luoghi più tenebrosi e più perduti.

Potremmo davvero cantare non solo che «forte come la morte è solo l’amore», ma ormai con il Vangelo della Risurrezione che «più forte della morte è stato l’amore vissuto da Gesù Cristo» (Enzo Bianchi). È questo che noi cristiani dovremmo annunciare, con umiltà e discrezione, a tutti gli uomini e le donne…

+ Renato vescovo

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