La dedicazione della chiesa di Formegan

Qui il povero trovi misericordia

La processione per il voto a san Rocco

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Con i lavori che in questi anni hanno interessato sia l’interno che l’esterno dell’edificio, la chiesa di Formegan, con un paziente ed efficace lavoro di recupero degli affreschi e nelle forme e colori, e grazie anche ai contributi di Cariverona, del GAL Prealpi Dolomiti, dell’8 per mille della CEI e del Comune di Santa Giustina, che in questi giorni ha effettuato il primo stralcio di lavori per la sistemazione del sagrato, è tornata a manifestarsi nelle sue forme migliori.

La chiesa di Formegan, dedicata tradizionalmente a Maria nascente che si festeggia all’8 settembre, ha mantenuto nei secoli una particolare importanza nella parrocchia di Santa Giustina in quanto è stata la sede del primo nucleo parrocchiale, che comprendeva anche Cergnai e Meano. Lo attesta una Bolla del 1184 di Papa Lucio III, con la quale riconosceva al Vescovo Drudo i confini della diocesi di Feltre, che nella Valbelluna terminano in plebe de Formicano”, ovvero nella parrocchia di Formegan.

Conseguente al ritrovamento di alcuni affreschi sulle pareti della navata, e alla contemporanea mancanza di quelle croci che attestino la dedicazione dell’edificio, si è ritenuto opportuno, a fine lavori, celebrare il suggestivo rito della dedicazione della chiesa, cosa che è avvenuta , con la presenza anche del nostro vescovo Renato durante la messa vespertina delle ore 18 di venerdì 16 agosto

L’avvenimento ha visto la partecipazione di moltissimi fedeli, che ogni anno in questa giornata si ritrovano a concludere la giornata con la Messa seguita dalla processione lungo le strade della frazione a ringraziare il Signore, tenendo fede al voto espresso a san Rocco, che ha origine nel 1855, durante l’ultima epidemia di colera che colpì il paese.

Suggestiva nei riti e nei contenuti liturgici è stata la celebrazione che ha identificato questo edificio come casa di preghiera, dove verrà invocato il nome del Signore, dove verrà proclamata la sua Parola e dove i Sacramenti celebrati saranno fonte di vita. E non solo, in quanto la preghiera di dedicazione chiede che «qui il povero trovi misericordia, l’oppresso ottenga libertà vera e ogni uomo goda della dignità di figli».

«Questa deve essere – ha sottolineato il vescovo Renato – la nostra casa, la casa della vita, la casa della nostra storia, la casa della nostra comunità».

Loris Apollonia

Vedi anche l’articolo del settimanale diocesano