Per la fede cristiana e nella storia

Santi Pietro e Paolo: festa grande

Hanno portato il Vangelo da noi in Occidente

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La festa di questi Santi celebrata in giorno infrasettimanale con corrispondente valenza festiva anche civile, la rendeva una ricorrenza della quale accorgersi. Da quando nell’anno 1977 è stata tolta la festività civile la solennità dei santi Pietro e Paolo, rischia di passare inosservata anche ai cristiani. Sono facilitati nel ricordo le comunità che li hanno come patroni. Gli altri cristiani sono chiamati ad una attenzione particolare nonostante il giorno feriale.

Festa nella storia della Chiesa

La celebrazione di san Pietro e di san Paolo, sia pure distinte, è documenata nella Depositio martirum dell’anno 354. San Pietro veniva celebrato nella Catacombe di SAn Sebastiano sulla via Appia (essendo la basilica vaticana ancora in costruzione) e San Paolo veniva ricordato sulla via Ostiense accanto alla sua tomba. In seguito (sec. VII) le due celebrazioni ebbero giorni distinti. Seguendo l’antica tradizione, la Liturgia li celebra insieme, facendo memoria nello stesso giorno del loro glorioso maritirio: Pietro, la cui tomba si trova sul colle Vaticano, e Paolo, la cui sepoltura è vernara nei pressi della Via Ostiense (oggi Basilica di San Paolo fuori le Mura). I due Santi sono ricordati con un’unica celebrazione liturgica fissata il 29 giugno. La solennità della ricorrenza è sottolineata anche dalla Messa vespertina della vigilia oltre che dalla Messa del giorno.

I testi delle preghiere sintesi delle figure dei due Santi.

Il prefazio proprio di questa solennità richiama il valore per la cristianità di queste due colonne della diffusione del cristianesimo dalla Palestina a Roma e, attraverso i loro successori, a tutto l’Occidente.

Dice il testo nella parte centrale: «…Tu hai voluto unire in gioiosa fraternità i due santi apostoli: Pietro, che per primo confessò la fede nel Cristo, Paolo, che illuminò le profondità del mistero; il pescatore di Galilea, che costituì la prima comunità con i giusti di Israele, il maestro e dottore, che annunziò la salvezza a tutte le genti. Così, con diversi doni, hanno edificato l’unica Chiesa, e associati nella venerazione del popolo cristiano condividono la stessa corona di gloria…».

Le orazioni di colletta richiamano tratti della loro figura, anche in relazione alla vita dei cristiani. La lettura storico-teologica illumina la spiritualità dei singoli cristiani, oltre che dare significato alla solenne celebrazione. «O Dio, che allieti la tua Chiesa con la solennità dei santi Pietro e Paolo, fa’ che la tua Chiesa segua sempre l’insegnamento degli apostoli dai quali ha ricevuto il primo annunzio della fede…» (Colletta della Messa del giorno). «Signore, Dio nostro, che nella predicazione dei santi apostoli Pietro e Paolo hai dato alla Chiesa le primizie della fede cristiana, per loro intercessione vieni in nostro aiuto e guidaci nel cammino della salvezza eterna…» (Colletta della Messa vespertina festiva della vigilia).

Legame con il Vescovo di Roma, il Papa

La festa dei santi Pietro e Paolo è legata al ricordo della figura del Papa, nella sua identità di Vescovo di Roma, successore di san Pietro. È da ricordare come papa Francesco tra i diversi titoli attribuiti alla sua figura, come a quella di ogni Papa, preferisce quello di “Vescovo di Roma”. Non è un titolo riduttivo, rispetto ad altri (sommo pontefice, santo padre, servo dei servi di Dio, romano pontefice), ma ne indica un ruolo per il quale poi è chiamato a “presiedere la carità” nella chiesa universale cattolica. Questo per il mandato specifico ricevuto da Cristo stesso. La fedeltà dei cristiani al Papa ha quindi un fondamento biblico-teologico, al di là di ogni simpatia o giudizio umano.

Il legame con il Papa, vescovo di Roma, è manifestato non solo nella preghiera per lui e nell’impegno di fedeltà alla sua figura ed alla sua parola, ma anche in un gesto di generosità e di condivisione. Tutta la Chiesa esprime questo legame con quello che è chiamato “Obolo di san Pietro” (origine anglosassone nel sec. VIII), e che la Chiesa italiana chiama oggi “Giornata per la carità del papa”. Questa giornata richiamata in Italia e nella cattolicità l’ultima domenica di giugno è stata quest’anno spostata alla prima domenica di ottobre.

Il valore simbolico dei due Santi, tanto celebrati anche nelle chiese della nostra Diocesi, richiama comunità e singoli a trovare spazi celebrativi (vedi Messa solenne vespertina) oltre l’orario di lavoro, per vivere intensamente la loro memoria. Nello stesso tempo sarà l’occasione per rafforzare la nostra adesione di fede e la nostra fedeltà a Papa Francesco, oltre ogni simpatia o fatica umana.

Giuliano Follin