Continua il corso «Abitiamo la terra, la nostra Casa comune – Approfondimento montagne»

Scoprire la montagna per guidarne lo sviluppo

Organizzato da Casacomune, Uncem e Diocesi di Belluno-Feltre

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È proseguito nel pomeriggio di oggi, venerdì 11 settembre, il corso «Abitiamo la terra, la nostra Casa comune – Approfondimento montagne» organizzato alla Villa Gregoriana di Palus San Marco da Casacomune, Uncem e Diocesi di Belluno-Feltre.

Il primo intervento è stato quello di Vanda Bonardo, presidente Cipra Italia e responsabile nazionale Alpi di Legambiente, che ha sottolineato che la montagna non rappresenta un unico universo, ma che ci sono più montagne: la montagna interna debole che viene abbandonata; la montagna interna resiliente che  prova a reagire e che ha caratteristiche vicine alle grandi zone rurali; la montagna etero-integrata che si avvicina alla grande città perché segnata da molto pendolarismo o perché diventata una sorta di colonia urbana (è il caso delle grandi stazioni turistiche molto popolate in stagione e che poi si svuotano nel resto dell’anno).

Bonardo ha poi fatto presente la necessità di superare alcuni stereotipi sulla montagna che ne impediscono una vera comprensione, facendo riferimento a chi la classifica come area arretrata, o da attraversare, o da assistere, o da destinare allo sfruttamento. Invece – ha detto – bisogna imparare che la montagna è un patrimonio ambientale, naturale e sociale, sede di servizi eco-sistemici che vengono usati da tutti come l’acqua, l’aria buona, i boschi….

Alla luce di questa realtà secondo Bonardo è possibile un’inversione di tendenza, si può cioè pensare di tornare a vivere in montagna e già ci sono svariati segnali in questo senso come confermano le scelte operate da pensionati e giovani che decidono di lasciare la città, l’arrivo dei migranti, le possibilità offerte dal telelavoro… In questa prospettiva è indispensabile incentivare un ripopolamento moderato per il quale è necessario garantire un’adeguata qualità dei servizi e il superamento delle disuguaglianze.

Si può far fronte a uno sviluppo locale lavorando sulla multifunzionalità dei settori – ha concluso Bonardo –  potenziano le filiere nell’ambito dei vari comparti di attività e le reti per far alleare produttori e consumatori, imprenditori e clienti… Necessaria anche una governance comunitaria che presuppone amministratori ben preparati.

Il successivo dibattito si è concentrato in particolare su due aspetti: la necessità di un’alleanza fra le diverse montagne e fra la città e la montagna e l’importanza di un’attenzione culturale che sappia definire insieme priorità e modalità degli interventi perché il denaro non risolve tutto.

Il secondo relatore del pomeriggio è stato Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana e volto noto della Rai, che ha aperto a una prospettiva di ri-abitazione della montagna anche come esito di un’evoluzione climatica preoccupante. Mercalli ha infatti espresso la convinzione che con i nostri comportamenti possiamo solo decidere se andare verso la catastrofe o se limitare i danni rispetto a un riscaldamento del clima che sta facendo entrare il nostro pianeta in un’area sconosciuta, mai sperimentata prima. Ne è un esempio il fatto che le glaciazioni del passato comportavano una differenza media di temperatura di 2/3 gradi, mentre ora si sta andando verso un riscaldamento medio del clima di 5 gradi.

I cambiamenti del pianeta dettati dalle modifiche climatiche – ha continuato Mercalli – incideranno sulle persone e saranno milioni o miliardi coloro che scapperanno, anche dalla pianura padana. Ecco perché si può parlare di ri-abitazione della montagna, un fenomeno che bisogna preparare e che deve diventare un punto importante della riflessione politica e sociale, con ricadute etiche e tecnologiche.

La giornata è terminata con la santa Messa, che è stata presieduta da don Luigi Ciotti e dedicata a Sergio Francese, l’appuntato scelto della Guardia di finanza morto lo scorso fine settimana sulle Tre Cime di Lavaredo nel corso di un’esercitazione di soccorso alpino.

Nell’omelia don Ciotti ha sottolineato che la terra e i poveri soffrono per le nostre ingiustizie e che si deve saper guardare al cielo, ma rimboccandosi le maniche e prendendo in mano la stola, ha confidato: «Me l’ha donata don Tonino Bello dicendomi: se vuoi cercare Dio, cercalo nelle persone che hai a fianco».