Semplici frasi, un messaggio di vita

Le antifone alla comunione delle Messe domenicali

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Il Messale Romano, attualmente in uso, presenta nella struttura di ogni serie di testi per le Messe festive, per le Messe feriali dei tempi forti, per le celebrazioni in onore della Madonna e di alcuni Santi, una parte definita “Antifona alla comunione”.

Uso liturgico dell’antifona alla comunione

Questa semplice frase fu introdotta nel sec. XIII quando, scomparsa la comunione dei fedeli, non fu più necessario programmare un canto alla comunione. Questo testo prese il nome di “Communio”, poi in seguito, data la sua brevità, “Antifona alla Comunione”. Quando per i fedeli si riprese la prassi di accostarsi a ricevere la comunione, si manifestò l’esigenza di accompagnare questo rito con un canto, il “canto di comunione”. Si utilizzarono le antifone alla comunione alternate con versetti del salmo e poi si incominciarono a introdurre canti adatti al momento della distribuzione dell’Eucaristia, approvati dalla Conferenza Episcopale. Per questa modalità di accompagnamento alla distribuzione della comunione, c’è nella memoria delle persone più anziane, il canto eseguito alle Messe per i defunti: “Lux aeterna…”. Per i canti adatti al momento liturgico si è assistito, nei decenni passati, a una produzione abbondante, molto autonoma, non sempre di qualità e senza alcuna valutazione dell’autorità competente. È stata la sensibilità dei fedeli e dei celebranti a operare una scrematura che ha salvato una piccola parte di questa produzione, diventata poi generalmente “repertorio nazionale”.

“Antifona alla comunione” e “canto di comunione”

Questi due elementi celebrativi oggi sembrano siano in concorrenza tra di loro. Quando si esegue il canto di comunione non raramente si tralascia l’antifona. Il Messale Romano terza edizione, a pag. 449, dopo aver presentato la modalità di comunicarsi del celebrante scrive: «Mentre il sacerdote si comunica al Corpo di Cristo si inizia il canto ci Comunione o si proclama l’antifona». Questa proposta, che sembra dire che il canto alla comunione sostituisce l’antifona, non esclude la possibilità che l’antifona sia proclamata prima del canto. Questa proclamazione è affidata (Ordinamento generale del Messale Romano n. 87) a tutti o alcuni fedeli, al lettore oppure allo stesso sacerdote, dopo che si è comunicato e prima di distribuire la comunione. Questa ultima modalità nel caso che con ci sia il canto alla comunione.

Valore dell’antifona alla comunione

Il Messale Romano propone generalmente diverse opzioni per quest’antifona. Nelle domeniche del tempo ordinario le opzioni sono ben quattro. Accanto all’antifona più antica ci sono tre testi con l’indicazione dell’anno (A, B, C). Queste tre antifone alla comunione del Messale Romano sono ispirate e tratte dalla pagina del Vangelo del giorno.

Qui si nota il legame che viene proposto tra l’ascolto della Parola e l’accostarsi all’Eucaristia. Quella Parola di Dio che ha convocato i credenti all’ascolto, ora è la stessa che li accompagna alla mensa del pane della vita e al calice della salvezza. Prima c’è stato il “mangiare la Parola” ora a completamento e pienezza viene il “mangiare il pane”.

Collegamento tra Parola e Pane

Riporto alcune antifone delle prossime domeniche del Tempo ordinario e il riferimento al brano evangelico proclamato nella Liturgia della Parola.

Domenica XIV. «Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a predicare il Regno». Il Vangelo riporta l’invio dei discepoli, alcune indicazioni operative e la loro gioia al ritorno (Luca 10,1-12.17-20).

Domenica XV: «Il buon samaritano ebbe compassione […] “Va’ ed anche tu fa’ lo stesso”». Il Vangelo riporta la parabola del Buon Samaritano (Luca 10,25-37).

Domenica XVI: «Una sola cosa è necessaria. Maria ha scelto parte migliore». Il brano del Vangelo racconta di Gesù a casa di Marta e Maria e il loro diverso atteggiamento nei suoi confronti (Luca 10,38-42).

Domenica XVII: «Chi chiede ottiene e chi cerca trova, a chi bussa sarà aperto». Il brano del Vangelo riporta le parole di Gesù che insegna a pregare ed indica il valore della preghiera di domanda (Luca 11,1-13).

Una volta compreso il significato dell’antifona e la sua origine dal brano evangelico sarà facile per chi frequenta la celebrazione eucaristica, fare il collegamento tra Parola e Pane, e il collegamento esistenziale concreto con la propria vita.

Giuliano Follin