Sinodo al nastro di partenza

In Cattedrale la celebrazione diocesana di apertura e il "Magnificat" per la prossima beatificazione di Papa Luciani

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Una piccola diocesi come la nostra può dare un contributo alla Chiesa universale, che ha avviato un lungo itinerario sinodale che la impegnerà fino al 2023? L’obiezione potrebbe nascere sulle labbra di qualcuno. E qui il Concilio ci ricorda che ogni Chiesa locale è «porzione del popolo di Dio […] radunata nello Spirito Santo per mezzo del Vangelo e dell’Eucaristia» per costituire «una Chiesa particolare nella quale è presente e opera la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica» (Christus Dominus 11). Per questo anche la nostra diocesi ha iniziato a percorrere il sentiero a cui l’ha convocata papa Francesco. Il principio di fondo che dà vita a questa consultazione universale, è l’antico adagio per cui «da tutti deve essere discusso ciò che interessa tutti».

Nella serata di domenica 17 ottobre, in cattedrale a Belluno, il Vescovo ha presieduto una concelebrazione: erano presenti alcuni rappresentati dei consigli pastorali parrocchiali e degli uffici pastorali diocesani. Sul presbiterio, attorno al Vescovo, dodici preti concelebranti: solo un caso, ma è curioso. «In comunione con quanto oggi si sta celebrando in ogni diocesi del mondo, noi siamo qui a fare Eucaristia», ha sottolineato il Vescovo nell’omelia. Ha ricordato il percorso compiuto durante l’estate e nell’Assemblea sinodale del 18 e 25 settembre, per precisare la Carta d’intenti, bussola per i prossimi passi nel segno della collaborazione tra le comunità parrocchiali: «Faremo tutto il possibile, ovunque nelle nostre comunità parrocchiali in collaborazione, perché il Vangelo e la vita pastorale non dipendano da uno solo, ma dall’apporto sincero e fraterno di tutti, dalle competenze e dai talenti di quanti, con il loro “sensus fidei”, vi corrispondono» (n. 12).

E poi una provocazione in una domanda: «Ma vale la pena, nella situazione in cui siamo e con le difficoltà che stiamo vivendo nel nostro territorio di montagna, spendersi ancora per le nostre comunità?». La risposta è stata quasi un grido: «nessuno si salva da solo in questa avventura umana! “Scialuppa di salvataggio” saranno le nostre comunità, non importa se piccole e disperse». Ha quindi riportato «un’espressione del nostro Albino Luciani che sosteneva che non ci si salva da soli, ma “in cordata”. Efficacissimo questo “in cordata”. È il nostro futuro».

Il canto del Credo ha dato espressione al fatto che «una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio Padre… un solo Signore Gesù Cristo» raduna la Chiesa.

Dopo la comunione, don Davide Fiocco – che collabora con la Postulazione per la Causa di canonizzazione di Papa Luciani – ha introdotto il ringraziamento per la conclusione del processo che porterà alla beatificazione: oltre la sintesi di quasi vent’anni di ricerca storica, ha dettato una linea di prospettiva perché del nuovo beato resti soprattutto la testimonianza di vita. Il canto del Magnificat ha dato voce «alla gioia diffusa e incontenibile, che abbiamo provato mercoledì scorso dopo l’annuncio del riconoscimento di un miracolo attribuito all’intercessione del nostro “don Albino”». Davvero – ha ricordato don Davide – egli «ha percorso “con l’audacia della fede la via santa che dal fonte battesimale porta alla Gerusalemme celeste”». Ricorreva infatti l’anniversario della nascita e del battesimo del Servo di Dio, prossimo agli onori degli altari: «Dio solo – da sempre – esalta gli umili: respexit humilitatemex hoc enim beatam me dicent omnes generationes. Fra qualche mese, anche per “don Albino” noi diremo “beato”».