Tempo di Natale, breve ma intenso

Due settimane con proposte celebrative significative

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

La comunità cristiana ha celebrato con solennità il Natale del Signore, seguita quest’anno, nel giorno seguente, dalla domenica della Sacra Famiglia di Gesù Maria e Giuseppe. Iniziato così, il tempo liturgico del Natale avrà la sua conclusione con la festa del Battesimo del Signore. Come si può notare, è un periodo molto breve rispetto agli altri periodi previsti dal calendario liturgico. Nello stesso tempo, si caratterizza per celebrazioni significative sul piano sia delle verità credute (aspetto dogmatico) che delle proposte di vita (aspetto della spiritualità).

Queste celebrazioni del periodo natalizio si affiancano e talora si fondono con il sentire di una società, che mantiene forme espressive nate in ambito e da motivazioni religiose, ma alle quali molti non fanno più riferimento. La comunità cristiana, specie quella che si raduna per la celebrazione della Messa, è chiamata a vivere le ricorrenze con preciso riferimento ai contenuti della fede cristiana. La figura di Gesù di Nazareth, uomo-Dio, nato da Maria santissima, Messia salvatore per tutta l’umanità, rimane al centro del vivere il periodo natalizio. Coloro che per diversi motivi non possono celebrare in presenza con la comunità cristiana, vivono “in comunione di spirito” con le diverse modalità offerte dagli strumenti tecnologici, gli incontri di fede dei credenti in Cristo

Maria Santissima Madre di Dio

La celebrazione di questa festa in onore della Madonna cade il primo di Gennaio, perché questa data corrisponde, nello stile celebrativo liturgico, all’ottavo giorno dal Natale. Tale festa, come noto, inizia la vigilia (convenzionalmente dalle ore sedici) e richiama la stessa attenzione del giorno sia nei testi della Parola di Dio che nelle preghiere della Chiesa. È evidente che la coincidenza dell’ultimo giorno dell’anno e del primo dell’anno hanno portato a distogliere la attenzione su quella che è la più significativa festa in onore della Madonna. Il titolo “Madre di Dio” è il più importante tra tutti quelli attribuiti a Maria di Nazareth.

Nelle celebrazioni religiose accanto a questa attenzione si sono inseriti due atteggiamenti religiosi importanti. Si tratta del “Grazie al Signore” a conclusione dell’anno civile, e dell’affidamento alla provvidenza del Padre dei giorni che saranno donati nel nuovo anno.

Non va dimenticato che proprio in ambito religioso è stata fissata in questo primo giorno dell’anno la Giornata Mondiale della Pace. È stato il papa Paolo VI, nel 1968, a introdurre questa attenzione alla realtà della pace accompagnata da riflessione e preghiera. Ogni anno il Papa invia al mondo un suo messaggio.

Domenica seconda dopo Natale

È la domenica che ricorre dopo l’ottava di Natale. Quest’anno nel calendario è segnata il 2 gennaio. Viene definita “dopo Natale” e non, come per le domeniche pasquali, “di Natale”. I testi proposti sia per la Parola di Dio, che per le preghiere, sono gli stessi ogni anno. Riprendono, come sintesi e richiamo, i temi teologici e di spiritualità del giorno di Natale. Culmine dell’annuncio in questa domenica, è il testo del prologo del vangelo di Giovanni, già proclamato nella Messa del giorno di Natale.

Epifania del Signore

“Manifestazione del Signore” è il mistero che la cristianità celebra nella festa del 6 gennaio di ogni anno. Il Figlio di Dio, nato a Betlemme, è riconosciuto come Messia dai Magi venuti da lontano, guidati da una stella. Anche questa festa si trova ad essere accompagnata (se non sostituita) da tradizioni popolari, che la hanno resa cara alla gente. Va ricordato che in Italia eliminata nel 1977 la celebrazione nella data tradizionale (spostandola alla domenica) ha suscitato reazioni che hanno portato poi al ripristino della data tradizionale (1985).

Per la comunità cristiana l’Epifania del Signore diventa l’occasione per richiamare il dono della salvezza offerto non a un popolo privilegiato, ma a tutte le genti. La simpatia e la fantasia che hanno accompagnato la figura dei Magi, personaggi nella loro sostanza testimoniata dai Vangeli, non possono nascondere il valore universale del riconoscimento del Messia Salvatore. Ai cristiani, e quindi alla Chiesa che essi esprimono nella loro vita personale e comunitaria, il compito di essere oggi “manifestazione del Signore”, cioè la sua Epifania.

L’Epifania è pienezza del Natale. È anche anticipazione della gloria che irradia Cristo risorto. Per questo motivo dall’antichità nella liturgia romana (ed anche quella ambrosiana) viene annunciata la data della Pasqua. Ecco il testo proclamato nelle nostre celebrazioni:

«Fratelli e sorelle, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno. Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza. Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il 17 aprile. In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte. Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi: le Ceneri, inizio della Quaresima, il 2 marzo. L’Ascensione del Signore, il 29 maggio. La Pentecoste, il 5 giugno. La prima domenica di Avvento, il 27 novembre. Anche nelle feste della Santa Madre di Dio, degli Apostoli, dei Santi e nella Commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore. A Cristo, che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli. Amen».

Giuliano Follin