Presentato il nuovo logo della diocesi

Un antico calice, il volto della diocesi

Selezionato tra i partecipanti al concorso di idee lanciato il 13 dicembre 2019

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Viene ufficializzata oggi, venerdì 29 maggio, la scelta della commissione esaminatrice, che conclude il concorso di idee su base nazionale annunciato il 13 dicembre scorso. Sono stati trentadue i grafici che si sono cimentati a proporre un nuovo logo per la nostra diocesi;  la loro età varia dai 25 ai 78 anni; quattro di loro sono della provincia di Belluno, sette del resto del Veneto, dieci della Lombardia; i più lontani sono della Puglia. Come da programma, la commissione ha concluso i suoi lavori il 7 marzo scorso, impiegando un’intera giornata nella discussione e nel confronto fino al voto finale. L’indomani è scattato il lockdown, cosicché la proclamazione/premiazione – inizialmente fissata per il 4 aprile – è stata via via rimandata per cause di forza maggiore. Della cerimonia di oggi si dà resoconto in altro articolo.

Il logo che si è aggiudicato il maggior punteggio è stato realizzato da Sergio Carrara di Breganze (nella foto insieme al Vescovo). Nel percorso creativo egli ha tenuto conto di due degli spunti proposti dal bando: quello territoriale e quello artistico. II nuovo marchio è caratterizzato dalla traccia di profilo di un calice, con diretto riferimento all’antico calice del diacono Orso: custodito nel Museo diocesano di Feltre, è questo uno tra i calici eucaristici più antichi dell’Occidente. Vengono esplicitati la parte della coppa e quello del piede, mentre invece il nodo viene evocato da una croce, racchiusa nella lettera C (di Cristo, ma anche di Chiesa). Il carattere usato è derivato dalle scritte incise nell’antico calice del VI secolo. Gli andamenti della coppa e del piede sono ripetuti per quattro volte per ricordare la composita realtà della nostra diocesi: oltre alle originarie due diocesi di Feltre e Belluno, fuse insieme nel 1986, nella storia sono stati aggregati al percorso dell’attuale diocesi l’arcidiaconato del Cadore (1846) e i due decanati di Livinallongo e Ampezzo (1964). Inoltre, il simbolo cita numericamente anche le quattro principali valli del territorio della diocesi. Le valli sono anche evocate dal disegno della coppa, che ha i suoi estremi disegnati a lastra, come le pareti dolomitiche.

Sul secondo gradino del podio è salito Luca Zanini di Paderno Dugnano (Milano), visual designer che lavora in proprio. La “medaglia di bronzo” è andata al progetto di Gianluca Traversi, titolare della Rggt partners di Milano. Dal momento che la valutazione della commissione è avvenuta a scrutinio segreto, risulta piuttosto curioso che tutti e tre i primi classificati abbiano scelto l’antico calice come base della loro proposta.

Grazie infine a chi ha preparato il concorso, alla commissione esaminatrice e a chi ha partecipato al concorso. Complimenti a Sergio Carrara, Luca Zanini, Gianluca Traversi.

«Siamo un territorio prezioso»