Un cero alla finestra

Una proposta per la notte santa

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

È la proposta che ha fatto il vescovo Renato: accendere un lume alla finestra questa sera, all’inizio della Veglia pasquale, che quasi tutti dovremo seguire in TV o su facebook. È solo un segno, ma dice comunione. Come nella liturgia della Veglia, all’unico cero pasquale si accendono le candele che via via illuminano la chiesa, così in questo anno così difficile manifestiamo quell’unica fede che ci unisce e che illumina il “tunnel” che stiamo attraversando. Perché «la speranza non toglie il dolore, ma non delude»: ce lo ha detto ieri il Papa, in una telefonata alla trasmissione “A sua immagine“.

 

In questa notte di grazia accogli, Padre santo, il sacrificio di lode, che la Chiesa ti offre per mano dei suoi ministri nella solenne liturgia del cero, frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce. Riconosciamo nella colonna dell’Esodo gli antichi presagi di questo lume pasquale che un fuoco ardente ha acceso in onore di Dio. Pur diviso in tante fiammelle non estingue il suo vivo splendore, ma si accresce nel consumarsi della cera che l’ape madre ha prodotto per alimentare questa preziosa lampada.

Ti preghiamo dunque, Signore, che questo cero, offerto in onore del tuo nome per illuminare l’oscurità di questa notte, risplenda di luce che mai si spegne. Salga a te come profumo soave, si confonda con le stelle del cielo. Lo trovi acceso la stella del mattino, quella stella che non conosce tramonto: Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti fa risplendere sugli uomini la sua luce serena e vive e regna nei secoli dei secoli.