Il Vescovo presenta alla stampa il Convegno diocesano del 1° marzo

La comunicazione tocca il vissuto della comunità

Una discussione si prolunga oltre il Convegno

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Presentando ai media locali il convegno diocesano, in programma a Longarone domenica 1° marzo alle ore 14.30, il vescovo Renato ha voluto anzitutto sottolineare l’ampiezza dell’invito, esteso a tutti coloro che nelle parrocchie sono impegnati in ogni genere di attività: membri dei consigli pastorali, operatori, animatori, catechisti… «Siamo a metà anno e per questo vogliamo riconsiderare il cammino avviato all’inizio dell’anno, l’autunno scorso, con gli orientamenti pastorali: “Camminiamo insieme sulla via del Vangelo”. L’indicazione risponde al forte appello fatto da papa Francesco alle Chiese italiane nel novembre 2015, durante il convegno di Firenze».

Il tema del Convegno – “Comunicare è generare” – risponde a un’istanza praticamente unanime, maturata nelle assemblee tenutesi in autunno nelle sei convergenze foraniali, quando sono stati presentati gli Orientamenti pastorali. Si è lì ascoltato il bisogno di «una comunicazione meno formale e più incisiva, più attenta alle relazioni e ai soggetti coinvolti, che ai mezzi; una comunicazione che tocchi il vissuto della comunità». La dott. Chiara Giaccardi, invitata come relatrice, in più occasioni ha testimoniato come durante l’assemblea del sinodo dei vescovi (ottobre 2018), un gruppo di giovani, forti di una comunicazione non verbale, abbiano cambiato il clima e i meccanismi compassati della comunicazione nell’aula sinodale.

Non si nasconde la speranza che la sua testimonianza «lanci una discussione che si prolunghi oltre il Convegno, come lo scorso anno accadde dopo la limpida relazione di Enzo Biemmi». Dopo l’estate si chiuderà per la nostra diocesi un triennio centrato, in adesione alle indicazioni del Papa, sulla “gioia del Vangelo”. Inizierà poi per tutte le 226 diocesi italiane un nuovo periodo, all’insegna dei nuovi “Orientamenti pastorali della CEI”, che per la prima volta avranno un orizzonte quinquennale: il Vescovo non anticipa nulla, ma lascia intendere che saranno una provocazione forte alle comunità ecclesiali italiane, spesso portate a un atteggiamento sconsolato. E ricorda come, in una recente riunione con altri vescovi italiani, abbia constatato come l’allarme per lo spopolamento non sia una lamento esclusivo dell’area montana bellunese.

All’insegna della collaborazione

In proposito, il vescovo Renato ricorda che, dopo un anno orientato a instaurare collaborazione tra le comunità, verso giugno verrà chiesto a tutte le parrocchie di esprimere un racconto delle collaborazioni instaurate, una «carta della collaborazione», in cui si vedranno superate le difficoltà che talora segnano il dialogo, quelle che vengono da un territorio complesso come il nostro, quelle che vengono dalla preoccupazione per la propria identità. Ricorda l’incontro con i consigli pastorali di tutte le parrocchie coinvolte durante l’estate dai cambiamenti di parroci, dove sono maturate consapevolezza e responsabilizzazione. La collaborazione delle comunità parrocchiali riguarda infine l’interfacciarsi con il mondo del volontariato e con le Istituzioni, che – sottolinea il Vescovo – deve essere segnato da un atteggiamento di rispetto, conoscenza, fiducia.

Si annuncia la proposta di una scuola di formazione socio-politica, che partirà in autunno, in collaborazione con l’analoga esperienza di Padova. La collaborazione della diocesi al fondo Welfare, lo sforzo per sostenere un territorio in difficoltà, gli interventi dopo Vaia, gli incontri con gli amministratori… hanno posto la Chiesa diocesana in dialogo con le Istituzioni. Si riprende così il filo di quel progetto appena accennato alla fine del 2016, quando si intravide la possibilità di creare a Vedana, d’intesa con l’associazione “Libera” di don Ciotti, un centro di studio per la salvaguardia del creato, sulla linea del dettato dell’enciclica “Laudato si'”.