Uno spirito di collaborazione che può continuare

Riflessioni dopo l'incontro dei Sindaci con il Vescovo

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Erano un buon gruppo di amministratori quanti si sono incontrati, sabato mattina 30 ottobre, al Centro Papa Lucani, con il vescovo don Renato e la regia di Stefano Perale, direttore dell’Ufficio della pastorale sociale, che ha indicato gli argomenti, poi nutriti da una decina di interventi.

Il Vescovo

Don Renato ha citato la Settimana Sociale dei Cattolici di Taranto e ha indicato percorsi e obiettivi da raggiungere: dare valore al territorio e alla comunità che lo incarna, per cui diventa importante costruire la “coscienza del territorio”; servono a ciò tradizione e formazione; la rivitalizzazione in concreto viene data dalla presenza attiva, civile e spirituale, unita alle buone pratiche da parte di tutti. Come segno di speranza per un nuovo tipo convivenza e di sviluppo, ha sottolineato che a Taranto la maggioranza dei presenti era formata da giovani, e che essi applicano già principi operativi di creatività e partecipazione nelle buone pratiche.

Stefano Perale

Perale, in premessa, ha citato papa Francesco sull’ecologia integrale, che esige un “cristiano informato” sulle vicende locali e mondiali che toccano la terra. Già oggi oltre 400 milioni di persone sono poste in situazione critica e in grave insicurezza. Con una serie di diapositive ha mostrato il diagramma che segnala gli eventi dannosi nel mondo e ha dato immagini di quanto succede in provincia di Belluno. Ha posto poi quattro domande:

  1. Quale progetto condiviso abbiamo per la nostra provincia?
  2. La montagna produttiva è capace di essere sostenibile?
  3. Siamo capaci di rimpossessarci dell’immagine?
  4. La montagna bellunese riuscirà a non far passare l’idea di essere un territorio in svendita?

Le due parole che possono indicare il senso di un’azione di rilancio sono: prendersi cura per un futuro sostenibile e condiviso; creare alleanze per superare i particolarismi e le contrapposizioni. Come obiettivi pratici immediati: recupero edilizio, senza altre colate di volumi abitativi; utilizzo dei terreni agricoli/regolamento dei fitofarmaci; attenzione agli allevamenti intensivi; sostegno alle comunità intenzionali (chi si mette insieme per risolvere insieme i problemi). Come strumento partecipativo, per realizzare qualcosa di nuovo ed efficace, possono essere le “comunità interzonali” e le “cooperative di comunità”.

Cesare Lasen

Molto pratico l’intervento di Cesare Lasen, intervenuto come tecnico ed esperto oltre che protagonista dentro alcuni progetti in corso. Le situazioni ecologiche e le soluzioni sono temi laici ma d’interesse diretto pure per la Chiesa, come si può vedere negli eventi internazionali, ha affermato. Poi ha sottolineato che le soluzioni esigono tempi lunghi in ogni ambito d’intervento, per cui occorre “convertirsi”, cambiare mentalità. Ciò comprende nel lavoro insieme la presenza di individui e di comunità, quindi c’è bisogno di inventare nuovi percorsi, non facili, per raggiungere qualche meta. Poi per riuscire in qualcosa occorre mettere da parte il concetto di “buono/cattivo”, per sperimentare invece il lavoro faticoso di “vivere insieme” mentre si costruiscono i progetti.

Lasen ha dato poi una botta critica al Pnrr, che conserva la tradizionale impostazione politica e burocratica, tant’è che dedica solo il 2% dei fondi per l’ambito ecologico: poteva fare molto di più, anche perché il governo aveva e ha davanti una bella serie di buone prassi. Ci sono esempi, come i bandi della Fondazione Cariverona che stanziano 4 milioni e mezzo dando centralità al territorio e alla formazione dei ragazzi, con l’educazione ambientale. Circa il patrimonio forestale poi, vero polmone di vita, bisogna stare attenti alle chiacchiere e agli interventi di persone incompetenti, mentre sono urgentissimi laboratori di buone pratiche senza rimandare. La complessità del problema ecologico spinge e induce a rimandare in là, a dopo, per motivi politici e questi ritardi sono un gravissimo errore.

A mo’ di risposta, in tal senso Stefano Perale ha ricordato il programmato percorso di formazione, fatto concreto (questo in riferimento ai contenuti di Taranto), proposto per una parte on-line e poi in buone pratiche operative. Ha preso pure a riferimento il Cammino delle Dolomiti e la ricerca su come le parrocchie possono diventare comunità animate da spiritualità ecologica, intesa nel suo ambito vasto, come le parole di papa Francesco invitano a fare.

I sindaci

Negli interventi, i sindaci hanno sottolineato una serie realtà e problemi. In sintesi: le forti diversità tra comuni e comuni e tra zone in provincia; l’enorme difficoltà di fare squadra anche quando ci sono i soldi; l’assenza di un progetto condiviso su tutto il territorio e la solitudine operativa dei sindaci, che si trovano con rischi di ogni genere; il limite delle azioni dei volontari e terzo settore. Ci sono poi le problematiche messe in moto dalle Olimpiadi di Cortina (vedi villaggio olimpico e vedi le decisioni prese dall’alto, come accompagnare e sollecitare i montanari a progettare), sulle quali i Sindaci hanno grande difficoltà a far sentire la loro voce, che è di per sé la vera competente su cosa fare/non fare.

In coda all’incontro, molto attento e partecipato, è venuto da tutti i presenti un grazie sincero per lo “spirito di collaborazione” che esso ha suscitato e può continuare a creare.

don Gigetto De Bortoli

Incontro del Vescovo con i Sindaci