Riunione del Consiglio presbiterale di giovedì 3 dicembre

Vivere il ministero oggi

Cogliere nel tempo attuale un “guado” da attraversare

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Il Consiglio presbiterale della diocesi si è riunito giovedì 3 dicembre, questa volta in modalità a distanza vista la situazione del momento. Il tema all’ordine del giorno prevedeva un confronto su come vivere il ministero di preti oggi, prima di tutto aiutandosi fra preti, ma anche favorendo la collaborazione, ormai imprescindibile, fra le parrocchie e tenendo conto della possibilità di conoscersi e coordinarsi a livello di convergenza foraniale. In quest’orizzonte è poi fondamentale promuovere la corresponsabilità e la ministerialità dei fedeli laici. Tutto ciò da un lato offre l’opportunità per una presenza diversa dei preti, tenendo conto anche del loro calo numerico, ma ancor più risponde a un progetto e a una visione di Chiesa che è sempre più necessario far crescere e maturare. Il confronto è partito da alcune testimonianze di preti che, in forme diverse, collaborano tra loro nell’esercizio del ministero: ad esempio, due preti parroci “in solido”, un parroco aiutato da un collaboratore più anziano… Si cercherà, sempre nel rispetto delle singole situazioni delle comunità e dei preti stessi, di fare in quest’ambito ulteriori passi, in modo che il ministero pastorale nelle parrocchie sia vissuto, dove possibile, da più preti che si confrontano insieme e si aiutano nell’esercizio del ministero, invece che solo dal singolo parroco.

Soprattutto si cercherà di arrivare alla fine di questo anno pastorale cercando di valutare qualche forma più evidente di collaborazione tra le parrocchie, e di poter capire bene come “combinarle” insieme, secondo criteri geografici, sociali e socioculturali oltre che pastorali.  Una prima bozza di raggruppamenti di parrocchie da migliorare ed eventualmente ricostruire era già stata approntata nell’anno pastorale 2018-19. Nel fare questi passi, non si potrà non tenere conto di elementi particolari, come parrocchie più grandi che hanno una certa autonomia e magari sono piuttosto frazionate all’interno, e specialmente delle tante comunità piccole che vivono molti disagi ma hanno al contempo una forte identità che può essere opportunamente valorizzata. Si dovrà inoltre tenere presente la dimensione del turismo, che segna e caratterizza la vita di varie parrocchie della nostra Chiesa, specie in alcune stagioni dell’anno.

È poi emersa, nel quadro di alcune riflessioni legate al cammino verso il Natale, l’esigenza di vivere bene questo tempo difficile della pandemia, non solo aspettando e sperando che passi presto, ma lasciandosi interrogare. Sono emerse profonde riflessioni sul bisogno di spiritualità che c’è e sull’importanza di “abitare” questo tempo, cercando come preti e come comunità cristiane, di dare speranza, di proporre un senso.

Infine il Vescovo, nelle sue comunicazioni, lasciando ai prossimi giorni la possibilità di indicazioni più specifiche riguardo al periodo natalizio, ha invitato a cogliere nel tempo attuale una sorta di “guado” da attraversare, dove il travaglio e le ferite che esso provoca vanno elaborati per generare condizioni nuove di benedizione, abituandoci a vedere e far circolare il bene che c’è, pur in mezzo alle difficoltà, e ha sottolineato l’importanza della stima reciproca tra tutti, preti e fedeli, come base essenziale per qualunque cammino di Chiesa.