In ricordo di don Pietro Dall’Amico

Commemorazione durante le esequie

 

“Esprimo tutta la mia riconoscenza alla Madonna e al Vescovo per avermi concesso la grazia di vivere nel Santuario dell’Immacolata, e sotto il suo sguardo materno e la sua protezione spero di poter concludere il mio pellegrinaggio terreno”.

Così don Pietro ha scritto nel suo testamento, ed è stato accontentato. Proprio qui nel suo amato santuario si è spento domenica mattina 19 settembre, concludendo il suo percorso di vita e di fede compiuto con animo generoso e battagliero, quel percorso che era iniziato all’ombra di un altro santuario mariano, quello di Maria Madre della Misericordia di Terrassa Padovana, dov’era nato e cresciuto.

Con affetto e profonda gratitudine ci siamo raccolti in questa preghiera di suffragio, con cui affidiamo don Piero alla Vergine Maria, perché lo prenda per mano e lo accompagni nell’incontro con il Padre.

La Chiesa di Belluno-Feltre e il suo presbiterio partecipano con sincera commozione al dolore dei fratelli e di tutti i familiari, degli amici, di voi qui presenti e delle tante persone che si uniscono a questo momento di saluto cristiano, illuminati dalla comune fede in Cristo morto e risorto, nostra speranza.

Don Pietro Dall’Amico era nato nella frazione di Arzercavalli, comune di Terrassa Padovana, il 10 luglio 1931, nella famiglia di Giovanni e Maria Canale, famiglia molto religiosa in cui fiorirono altre tre vocazioni alla vita consacrata. Incoraggiato dalla bella testimonianza del suo parroco don Antonio Colletto, a cui rimase sempre affezionato con grande riconoscenza e stima, intraprese il percorso di studio e formazione nel Seminario guanelliano nei pressi di Como, fino alla Professione solenne nel 1959 come religioso della Congregazione dei Servi della Carità Opera don Guanella. Successivamente, il 17 aprile 1966, ricevette l’Ordinazione presbiterale a Nuova Olonio (SO).

Nel 1974 chiese di entrare nella Diocesi di Belluno-Feltre e iniziò il suo servizio a Polpet, come vicario cooperatore, al fianco di don Fortunato Zalivani, da cui fu accolto e sostenuto con premura paterna. Tra i due nacque un sincero rapporto di fiducia e collaborazione.

Anche dopo l’incardinazione nella nostra diocesi avvenuta nel 1978, il legame con la Congregazione e con lo spirito di don Luigi Guanella non venne meno, anzi continuò ad ispirare il suo ministero sacerdotale, soprattutto nell’attenzione ai poveri e ai giovani.

Infatti, forte di quanto appreso e vissuto nell’Azione Cattolica prima, poi nelle parrocchie guanelliane e infine nello Scoutismo cattolico, con entusiasmo e caparbietà esemplari don Piero si dedicò ad avviare in diocesi l’esperienza associativa degli Scouts d’Europa, divenendo fondatore ed assistente dei gruppi di Polpet e Longarone, oltre a rendersi partecipe della vita dell’associazione anche a livello regionale e nazionale. Era profondamente convinto del valore educativo di questa proposta per i ragazzi e i giovani, oltre che per le famiglie e le comunità, e con il suo fare paterno, affabile e nel contempo fermo ed esigente, seppe accompagnare alcuni di questi giovani nel discernimento vocazionale e nella scelta del sacerdozio e della vita religiosa.

Oggi la presenza commossa e grata di tanti scouts che animano questa liturgia e che nel luglio scorso hanno voluto festeggiare i suoi 90 anni, sono segno eloquente del bene seminato da don Piero nel cuore e nella vita di tutti loro.

Così scrivono in un messaggio: “Profondamente innamorato del metodo di Baden Powell, ne ha sempre sentito il fascino e la potenza educativa, portava con orgoglio e convinzione il fazzolettone e la sua uniforme, accanto ai ragazzi, mai un passo avanti o uno indietro. Sempre attento ad ogni persona che gli si avvicinasse e con il suo carattere forte sapeva coinvolgere nei grandi progetti messi in campo nel distretto di Belluno, dando fiducia a quella manciata di ragazzini che ora sono diventati uomini e donne della Partenza.

Era anima della Cooperativa Scout San Giorgio che vedeva come opportunità di promozione dello scoutismo e sostegno per i gruppi del territorio”.

Un altro significativo campo di azione di don Piero fu la parrocchia di Igne che guidò come solerte e generoso pastore per ben 25 anni, dal 1980 al 2005. In quella comunità e nel longaronese si distinse per dedizione e impegno, sia nell’ambito pastorale, sia in quello sociale e civile, attento alle persone nella concretezza dei loro bisogni spirituali e materiali.

Con l’avanzare degli anni e delle difficoltà di salute, lasciò la parrocchia e si trasferì qui in santuario, dove ha trascorso questi ultimi 16 anni, ritrovando energia e serenità, dedicandosi soprattutto alla preghiera, all’incontro con le persone, al ministero della confessione e alla collaborazione nelle parrocchie vicine, in particolare a Quantin.

Con il suo stile accogliente e simpatico ha coltivato numerose amicizie con confratelli e fedeli, diventando per tanti un punto di riferimento umano e spirituale.

Le sue radici contadine e il suo senso pratico si manifestavano nella sua passione per l’orto e nella cura dei locali e delle adiacenze del santuario, per cui offriva suggerimenti e idee con l’intento di rendere questo luogo sempre più funzionale e accogliente.

Affiancando con spirito fraterno e collaborativo i vari rettori e le suore che si sono succeduti in questi anni, don Piero ha contribuito a rendere davvero familiare la vita in santuario, ricevendo a sua volta affetto e premurosa assistenza, fino agli ultimi giorni di malattia.

A don Francesco e in particolare alle carissime suore Serve del S. Cuore di Gesù e dei poveri un grande sentito ringraziamento, come anche ai benefattori, volontari e amici del santuario, che non hanno fatto mancare la loro vicinanza e il loro aiuto. Grazie di cuore!

Affidiamo ora don Pietro, la sua vita e il suo ministero nelle mani misericordiose del Signore insieme al nostro grazie, e lo salutiamo ancora con le parole dei suoi scouts:

“C’è una lunga lunga traccia…” che si perde nel cielo, che scavalca il tempo e approda all’eterno: ma intanto si cammina. Se fin qui si è goduto nella ricerca, nell’incontro, nello stupore dei paesaggi e delle esperienze interiori, quanto ancora c’è da godere, continuando con un bagaglio che si fa sempre più ricco! Arrivare e partire. Il senso del nuovo che ogni giorno si apre ai nostri occhi e al nostro cuore. C’è sempre un “ancora”, un “più”, un “domani”: “già” e “non ancora”, per tutto quello che si è e per quello che domani saremo, per noi e per il mondo intero”. I suoi “ragazzi”, quella manciata di ragazzini di allora e di oggi, gli sono profondamente grati. Non ci resta che portare avanti la sua eredità. Buona Strada, don Piero!”

Santuario del Nevegàl
22-09-2021