Ricordo di don Elio Larese

Commemorazione durante le esequie

 

«Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra». Era desiderio di don Elio che l’annuncio della sua morte fosse accompagnato da queste belle parole del Salmo 16. Ora egli può assaporare la gioia e la dolcezza del Signore in quella liturgia del cielo dove potrà continuare a cantare le lodi di Dio per l’eternità. «Canti la mia bocca la lode del Signore e ogni vivente benedica il suo nome santo, in eterno e sempre».

Oggi per noi non è facile cantare. L’animo di tutti è gonfio di tristezza e di un senso di smarrimento.

L’intera Chiesa diocesana, i vescovi Renato e Giuseppe, i confratelli del Presbiterio, del Seminario e del Capitolo, il Liceo Lollino, questa comunità della Cattedrale, tutti ci sentiamo messi alla prova, condividendo l’esperienza dolorosa di varie altre diocesi e di tante famiglie che in questi mesi così impegnativi di pandemia hanno perso i loro preti e i loro cari o sono in apprensione per la loro salute.

Ma siamo qui in questa comune preghiera per rinnovare la nostra fiducia in Dio, che sentiamo Padre di consolazione e di speranza, uniti in un abbraccio fraterno ai cugini e agli amici di don Elio, ai tanti alunni e colleghi, alla comunità di Auronzo qui rappresentata, a quanti lo hanno conosciuto e stimato e lo piangono con grande affetto e gratitudine. Grazie a tutti per la partecipazione e la condivisione di questo doloroso momento.

Don Elio, che in tanti anni di insegnamento ha più volte accostato e fatto apprezzare i testi letterari, in particolare del Manzoni, oggi sembra suggerirci che «Dio… non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande». È la logica del chicco di grano che morendo porta molto frutto, come abbiamo meditato ieri nella liturgia, mistero della fede che celebreremo nella Pasqua ormai imminente.

Facciamo memoria ora dei diversi passaggi e ambiti di servizio ecclesiale nei quali si è svolto il ricco ministero di don Elio, riconoscenti al Signore per la sua significativa e feconda testimonianza umana e sacerdotale.

Mons. Elio Larese “Gortigo”, figlio di Giuseppe e di Adelina, era nato ad Auronzo di Cadore il 15 novembre 1947, nella parrocchia di Villapiccola. Fu battezzato e accompagnato nella sua crescita nella fede e nella vita sacramentale dallo storico parroco don Florio De Lotto, che lo aiutò a scorgere e coltivare il seme della vocazione e ad intraprendere il percorso di formazione in Seminario. Don Elio fu ordinato presbitero qui in Cattedrale dal Vescovo Muccin il 29 maggio 1971: tra un paio di mesi quindi avrebbe festeggiato il suo giubileo sacerdotale.

Dopo un breve periodo a Pieve di Livinallongo con l’incarico di Vicario cooperatore, iniziò un percorso di studi all’Università di Padova, dove si laureò in lettere classiche; nel contempo, dal 1972 al 1976 fu vicario cooperatore nella parrocchia della Cattedrale.

L’impegno per cui don Elio profuse le sue migliori energie e per il quale dimostrò sempre un grande amore fu senza dubbio l’insegnamento. Davvero ha dato la vita per la scuola. Infatti dal 1976 per oltre 40 anni svolse senza interruzione il suo servizio come docente di lettere presso il Liceo Classico Lollino, di cui poi fu anche preside dal 1997 al 2019. Ha goduto l’apprezzamento e la stima di studenti e colleghi per la sua competenza e autorevolezza, sapendo unire alla abilità didattica e alla preparazione culturale una spiccata sensibilità umana e spirituale e favorendo a scuola un clima di famiglia.

Presso i Corsi teologici e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose insegnò anche Storia delle religioni e dal 1982 al 1990 fu vicerettore del Seminario Gregoriano.

Altre grandi passioni di don Elio furono la musica e il canto, e per anni con le sue lezioni aiutò i seminaristi a conoscere e ad apprezzare la storia della musica e a curare il canto liturgico. Per questa sua competenza, gli fu affidata anche la direzione dell’Ufficio diocesano per il canto e la musica sacra dal 2010 al 2017.

Possiamo dire che la sua seconda casa, dopo il Seminario e la scuola, è stata questa Chiesa Cattedrale, di cui è stato mansionario dal 1979 e poi canonico dal 1994. Qui era immancabile la sua presenza alle varie celebrazioni feriali e festive, durante le quali offriva il suo prezioso servizio di organista, di animatore del canto e di commentatore con la sua inconfondibile voce. Oggi abbiamo voluto rimanesse vuoto il seggio alle mie spalle da cui per anni ha guidato l’assemblea.

Don Elio si distinse inoltre nell’accompagnamento spirituale e nella disponibilità al dialogo educativo e al confronto culturale, non solo nell’ambito scolastico e parrocchiale, ma anche in altre significative esperienze di ministero: dal 1977 al 1983 si dedicò come assistente ai giovani dell’Azione Cattolica diocesana e dal 1987 al 1993 agli studenti universitari. Sono stati anni di grande fermento, nel dopo Concilio, e don Elio ha saputo raccogliere e guidare nella formazione umana e cristiana un bel gruppo di giovani, che ancor oggi lo ricordano con nostalgia e affettuosa gratitudine. Questi, insieme ai tanti suoi studenti del Liceo, oggi genitori, sacerdoti, insegnanti, professionisti, laici impegnati nell’ambito ecclesiale o socio-politico o in altre realtà lavorative o di volontariato, costituiscono l’eredità più bella che ci lascia, come buon lievito nella nostra Chiesa e nella società locale.

Altro delicato compito che svolse per 12 anni è stata l’assistenza spirituale del gruppo diocesano delle consacrate secolari Missionarie della Regalità, per le quali è stato guida qualificata e sicuro punto di riferimento.

Infine, ammirevole è stato il modo con cui per anni si è preso cura del fratello Renato con paziente dedizione fino alla morte avvenuta nel 2017.

In tutti coloro che lo hanno conosciuto è vivo il ricordo di una persona affabile e discreta, dotata di un’intelligenza aperta, che si esprimeva oltre che negli interessi culturali, letterari e musicali, nella capacità di ascoltare e di consigliare, nel sapersi interessare sinceramente degli altri con particolare sensibilità e delicatezza, con quel tratto di cordiale simpatia che rendeva facile e piacevole l’approccio con lui.

Nei primi giorni di marzo, don Elio ha avvertito i primi segnali della malattia. Pur con fatica, ha continuato le sue lezioni a distanza, fino al ricovero in ospedale, nei reparti di pneumologia e rianimazione, dove ha ricevuto premurosa assistenza professionale e umana di cui siamo molto grati a tutto il personale sanitario.

Si è spento nella serata di giovedì 18 marzo, preso per mano da S. Giuseppe nei primi vespri della sua festa e accompagnato all’incontro con il Signore, a cui ora lo raccomandiamo come servo buono e fedele, «puro e disposto a salire alle stelle», come scrive Dante al termine del Purgatorio.

Prima dell’ultimo passaggio in terapia intensiva e alla sedazione, informato dai medici, don Elio ha semplicemente commentato: «Sia fatta la volontà di Dio».

È anche il nostro fiat in questo momento di commosso saluto, insieme al nostro sentito grazie!

don Graziano Dalla Caneva, vic. gen.

Cattedrale di Belluno
22-03-2021