Con i Vigili del Fuoco

Festa di Santa Barbara
04-12-2020

Is 29,17-24; Sal 26; Mt 9,27-31

Ecco l’augurio più benefico per ciascuno di voi, Vigili del Fuoco: «Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore». Vi giunge dal salmo 26 che abbiamo pregato poco fa. Questo augurio ci permette di guardare alla testimonianza di vita e di fede di Santa Barbara a cui vi siete affidati come vostra particolare patrona. La sua testimonianza confermata dal martirio ci riporta nel III secolo d.Cr., nella stagione in cui il cristianesimo, con i timori che suscitava essendo una “nuova fede”, si stava diffondendo e l’adesione comportava una scelta di vita non scontata, non “di tradizione”, ma “di convinzione”. Il martirio di Santa Barbara lo conferma. Ci sono delle ostilità e c’è una soglia da superare. Oltre la quale si può mettere in gioco la propria vita. Voi vigili del fuoco conoscete i risvolti di queste situazioni difficili. Sono nel vostro pane quotidiano.

Su santa Barbara c’è un’eccessiva fioritura di racconti leggendari che riguardano i rapporti familiari, in particolare con il padre, ma anche di contesto storico, quando la fede in Dio e l’adesione al cristianesimo poteva comportare una contestazione sociale e religiosa. Le notizie biografiche sono scarse: indicano il nome, l’origine orientale, verosimilmente l’Egitto, la scelta di vita cristiana, il martirio e la rilevante diffusione del suo culto anche in occidente.

Santa Barbara, per la forza e la resistenza con cui ha scelto di vivere e di dare la sua vita è protettrice di voi Vigili del Fuoco. Siamo qui a cogliere l’origine e la fonte di tale forza e resistenza.

Ecco quanto abbiamo ascoltato nel racconto evangelico. In quel grido dei due ciechi: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!», possiamo anche riconoscere tante richieste e bisogni a cui ogni giorno voi Vigili, nel vostro servizio, siete chiamati a rispondere. In tutto il capitolo 9 di Matteo, dove è inserito questo racconto appena letto, si narra di Gesù che entra in un rapporto di viscerale amore per apportare guarigione e nuova vita dapprima nei riguardi di un paralitico; poi di Matteo, esattore delle tasse, che diverrà suo apostolo ed evangelista; di tanti pubblicani e peccatori con cui Gesù pranza insieme; della figlia malata di un capo locale che rialza anche dalla morte; di una donna che soffriva da dodici anni di emorragie. Dopo il racconto dei due ciechi Gesù incontra anche una persona muta, dichiarata indemoniata e la libera.

Alla fine del capitolo di Gesù si dice: «Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore».

Noi vogliamo riconoscere in questa accondiscendenza di Gesù la forza, il coraggio e la resistenza di cui abbiamo bisogno, a cui voi vigili del fuoco potete attingere abbondantemente.

Come profetizza Isaia nella prima lettura c’è una trasformazione in atto nelle vicende della storia. Ci invita il profeta a collocarci su questo fronte di cambiamento e a riprendere speranza. In questo tempo difficile che viviamo, dove siamo nella condizione di reimparare il nostro rapporto con gli altri, ma anche con la natura, con la microbiologia, con questo universo che abitiamo, siamo invitati a una grande forza d’animo e ad una nuova solidarietà fraterna. “Fratelli tutti” ci dice papa Francesco. La guarigione dei due ciechi, nel vangelo di oggi, è uno dei segni che la Bibbia pone come segno del Regno di Dio che viene, del suo essere con noi. Da qui riprende la vita!